Centrodestra, Salvini a Berlusconi: «Nessuno strappo»

Centrodestra, Salvini a Berlusconi: «Nessuno strappo»
di Marco Conti
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Martedì 20 Marzo 2018, 07:53
Salvini non cerca strappi e Berlusconi non può permetterseli. Nel faticoso tira e molla interno al centrodestra tocca al leader della coalizione trovare l'equilibrio in grado di salvaguardare l'unità. Salvini ci sta provando e ieri, al telefono con Berlusconi, avrebbe dato sufficienti rassicurazioni sulla volontà di trovare un'intesa prima nel centrodestra e poi con grillini o dem. I due si vedranno domani a Roma dove il Cavaliere arriverà per seguire, con i suoi, la trattativa da vicino e poi incontrare Salvini e la Meloni.

IL NULLA
Ad una presidenza delle Camere Forza Italia non intende rinunciare anche perché - sostengono - alla Lega spetta di indicare il candidato premier. I gruppi parlamentari il giorno prima hanno fatto quadrato intorno a Paolo Romani, ma la tensione resta alta e l'intreccio tra elezione dei presidenti delle Camere e futuro governo riaffiora in ogni incontro o telefonata. Malgrado i sospetti reciproci, nelle telefonate ricevute ieri ad Arcore, il Cavaliere ha trovato nuovi argomenti per difendere il lavoro del neo leader del centrodestra: «Sta parlando con tutti, non pensa di proporci nulla di precostituito, tantomeno di fare un governo con i grillini». L'ex premier è convinto che «piano, piano» l'alleato stia smaltendo «la sbornia» dovuta al successo elettorale del suo partito e che «si sta misurando con le difficoltà che si incontrano nel cercare un accordo».

La differenza tra i due resta però forte sul dopo-presidenze. Ovvero sul governo e sulla durata della legislatura. Salvini sa che la strada per arrivare veramente a palazzo Chigi è molto ma molto complicata e che stare da segretario del Carroccio in un governo di centrodestra o di tutti - tranne i 5S - è per lui molto pericoloso. Strappare con Forza Italia rischia però di esserlo altrettanto e votare con i 5S Fraccaro alla Camera e la Bongiorno al Senato significa dire addio al centrodestra nonché aumentare le fibrillazioni già in atto nelle Regioni - vedi ciò che accade in Liguria - dove FI e Lega governano insieme.

Malgrado le smentite di Di Maio e dello stesso Salvini, Berlusconi continua a pensare che un accordo sulle presidenze delle Camere si porti necessariamente dietro anche un pezzo della possibile intesa di governo. «Se i due si eleggono i presidenti, si fanno anche il governo», sostiene un deputato azzurro. Ma il nesso tra presidenze e governo varrebbe anche se il centrodestra eleggesse con il Pd i due presidenti delle Camere votando Romani (Senato) e Giorgetti (Camera) o, peggio ancora, un dem a Montecitorio. D'altra parte, per Di Maio, spaccare il centrodestra, dopo averlo in parte fatto con il Pd, è l'unica strada per evitare l'emarginazione sia nella scelta dei presidenti delle Camere sia in prospettiva della nascita di un governo che, per dirla con l'azzurro Osvaldo Napoli, non può che nascere in Parlamento visto che «il giudizio popolare ha rimesso al Parlamento il compito di costruire una maggioranza».

LO SCONTRO
In attesa di pesare bene i costi di un possibile strappo nel centrodestra, Salvini cerca di tener tranquillo il Cavaliere. Ma, a tre giorni dall'avvio delle votazioni, ciò basta per agitare i sonni dell'ex vicepresidente della Camera. Il leader pentastellato comincia infatti a dubitare della volontà del segretario della Lega di continuare nel gioco di sponda fatto sinora e concretamente offre a Salvini la soluzione - fatta circolare ieri sera - più esplosiva sotto il profilo degli equilibri istituzionali. Ovvero la sua elezione a presidente della Camera e quella di Salvini al Senato. Una sorta di patto sovran-populista che dovrebbe poi dar vita ad un governo e portare il Paese al voto quando deciderà il Quirinale e solo dopo aver sistemato la faccenda dei vitalizi. Il rischio per Salvini è però quello di favorire il Pd in un possibile scontro elettorale con il M5S e con un Carroccio al 17% e privo del sostegno degli alleati.

E così si torna al dilemma iniziale che in queste ora assilla il leader della Lega: conviene e quanto costa lo strappo da FI? Una risposta il leader della Lega ancora non ce l'ha. Teme di restare invischiato nel governo più o meno claudicante che potrebbe nascere a ridosso dell'estate e soprattutto che FI non voti alla Camera un grillino dopo aver magari incassato la presidenza di palazzo Madama. L'idea di capovolgere il gioco offrendo ai grillini il Senato (Toninelli) e la Camera agli azzurri (Carfagna) si scontra però con le resistenze del Cavaliere che continua a rifiutare l'idea di unire i voti di FI con quelli dei grillini.
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