Il Tar del Lazio accoglie il ricorso del Sindacato Unico Medicina ambulatoriale Italiana (Sumai), nel quale anche la Federazione nazionale degli ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) era intervenuta ad adiuvandum. Tre le principali considerazioni accolte dai giudici: il fatto che "eventuali modifiche al sistema riguardante numero e durata delle prestazioni dovrebbero essere unicamente riservate alla contrattazione collettiva". La seconda è che il provvedimento viola la "autonomia di giudizio del singolo professionista, circa la congruità del tempo da riservare alle singole visite". «Questa è una vittoria anche dei pazienti - commenta Antonio Magi, segretario generale del Sumai - poiché a loro il professionista, lo specialista ambulatoriale, potrà dedicare tutto il tempo necessario».
Soddisfazione viene espressa anche dalla Fnomceo. «I giudici ribadiscono quello che non ci stancheremo mai di affermare: i principi di autonomia, indipendenza, libertà e responsabilità che devono informare ogni atto della nostra professione», commenta il presidente Filippo Anelli. «Il tempo della comunicazione e dell'ascolto - osserva Tonino Aceti, coordinatore del Tribunale dei Diritti del Malato-Cittadinanzattiva - sono fondamentali per la crescita della relazione di cura. Sono i momenti nei quali la relazione tra medico e paziente trova la sua massima espressione>.
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