IL CAMBIO DI ABITUDINI
Soltanto il 3% di chi oggi è pronto a lasciare i banchi di un liceo o di un istituto tecnico-professionale, si preoccuperà dopo l'esame di Stato di trovare subito un lavoro e solo 27 giovani non hanno ancora le idee chiare. A questi si aggiunge poi un 10% di maturandi che desidera volare all'estero: il 7% per continuare gli studi fuori casa il restante 3% per trovare un impiego. I paesi prediletti sia dal punto di vista della qualità didattica che delle potenziali offerte di lavoro sono quelli del Nord-Europa, degli Stati Uniti e della Cina che entra quasi a sorpresa tra le mete più gettonate. «Ciò che è certo commenta Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi è che i ragazzi sono tutt'altro che demotivati». Gli esami di maturità continuano a generare ansia nel 70% degli intervistati, «e questo perché il conseguimento di un buon voto spiega Rusconi è il lascia passare per lo step successivo, ovvero l'iscrizione all'università tramite il superamento dei test d'ingresso, previsti ormai per quasi tutte le facoltà, ma quel che è chiaro è che in un periodo di incertezze i ragazzi ambiscono a ottenere risultati concreti».
LE PROFESSIONI
E si torna così alle ambizioni personali, decisamente molto terrene, a dispetto di quanto si possa credere. La maggior parte di chi proseguirà gli studi, punterà su «facoltà giuridiche e umanistiche aggiunge il numero uno dell'Anp a discapito purtroppo delle materie scientifiche per le quali ci confermiamo essere deficitari a livello europeo». Va bene studiare Giurisprudenza, Medicina ed Economia. La matematica, la fisica, la chimica fanno invece paura non per la difficoltà dello studio in sé (secondo il 60% dei giovani) quanto più per i risvolti pratici: per 7 ragazzi su 10 trovare un impiego in ambito scientifico, esclusa la professione di medico, è un'impresa. Ma perché? A domanda esplicita «Il progresso della scienza sta modificando il mercato del lavoro, l'economia e la società. La scuola come prepara a questi cambiamenti di vita?» La risposta per il 56% degli intervistati è stata «con scarsa attenzione». Un deficit educativo dunque alla base del timore dei ragazzi in quanto «la scuola prosegue Rusconi spesso non dà la preparazione necessaria per frequentare corsi di laurea scientifici».
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