Montesacro, M5S e Lega si riscoprono avversari

Montesacro, M5S e Lega si riscoprono avversari
di Fabio Rossi
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Venerdì 8 Giugno 2018, 14:33 - Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 19:17
La linea di faglia tra Cinque stelle e Lega dista appena qualche chilometro, in direzione nord, da Palazzo Chigi. Tra i residenti di Nuovo Salario, Fidene, Villa Spada, Serpentara. Che ai candidati alla presidenza del III Municipio chiedono soprattutto una cosa: chiudere l'impianto Tmb dell'Ama, sulla Salaria, «che ci sta rovinando vita e salute», come ripete a ogni pie' sospinto Sergio Caselli, presidente del comitato di quartiere di Fidene. Perché se l'astensione resta l'incognita più forte, da qui al 10 giugno i candidati minisindaco dovranno spiegare agli abitanti di un territorio popoloso - 205 mila abitanti, come Trieste, con due cinema e una biblioteca pubblica - e molto esteso: dall'anello ferroviario della Capitale ai confini con Monterotondo.

IN LIZZA
Il confronto vedrà su fronti opposti le due forze che stanno formando il governo nazionale. I Cinque stelle da queste parti hanno nomi forti - da Roberta Lombardi a Marcello De Vito - ma si sono spaccati fino a far cadere la giunta guidata da Roberta Capoccioni, lo scorso febbraio, e a mettere a rischio uno dei capisaldi della schiacciante vittoria del 2016. E la scelta di ricandidare l'ex minisindaca, anche per dare un segno di solidità, rischia di fornire spunti alla campagna elettorale degli avversari. Anche perché qui il centrodestra si presenta con la sua veste tradizionale e, quasi a voler dare un forte sapore politico alla sfida, punta proprio su un esponente del Carroccio: Francesco Maria Bova, vicequestore e fino a tre mesi fa dirigente del commissariato di polizia Fidene-Serpentara.

Insomma, i promessi alleati di piazza Colonna si scontreranno all'arma bianca in piazza Sempione. «E non ci saranno sconti di alcun tipo», assicura un pugnace Cristiano Bonelli, già minisindaco Pdl dal 2008 al 2013, ora impegnato a organizzare la falange salviniana a Montesacro. A completare il quadro, il centrosinistra si affida a un indipendente, Giovanni Caudo, ex assessore capitolino nell'amministrazione di Ignazio Marino, che alle primarie di coalizione ha battuto la candidata ufficiale del Pd, Paola Ilari, esponente dei Giovani Turchi di Matteo Orfini, che peraltro vive da queste parti, al Tufello: un risultato che in molti hanno letto come una sorta di vendetta postuma dell'entourage del sindaco-chirurgo sul suo ex partito che lo ha fatto cadere nell'ottobre del 2015.

I TEMI
Per portare la gente a votare, però, i contendenti dovranno esporre ricette convincenti per affrontare i problemi del quadrante, sempre gli stessi da qualche lustro a questa parte. O anche peggiorati, come nel caso della pulizia: «Ormai la puzza del Tmb si sente anche d'inverno, figuriamoci cosa succederà con il caldo», sbotta Caselli. La Salaria è l'istantanea del degrado: rifiuti e prostitute nella desolazione di un'area che continua a perdere pezzi importanti, come nel caso del trasloco di Sky a Milano.

E la mobilità resta un'ipoteca sulla vita di decine di migliaia di cittadini: nonostante il recente arrivo della linea B1 della metropolitana, in piazza Conca d'oro e piazzale Jonio, i serpentoni di automobili continuano a essere la realtà quotidiana dell'asse che va da via della Bufalotta alla Nomentana, e ritorno. Per non parlare del problema della sicurezza - con un territorio così vasto affidato alle forze di un commissariato di polizia e quattro caserme dei carabinieri - e della situazione drammatica delle strade, con buche e alberi pericolanti da Talenti al Tufello. «I quartieri periferici scontano vecchi problemi, che però adesso vengono amplificati dal trend negativo che sta investendo l'intera città», sostiene Paolo Marchionne, Pd, presidente del Municipio dal 2013 al 2015. Per non parlare di quelli anche fisicamente più lontani, come Settebagni. «Probabilmente in Campidoglio ci conoscono solo per lo svincolo dell'autostrada sulla Salaria», commentano amaramente alcuni residenti.

(1 - continua)
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