Le spontanee dichiarazioni di Ostilio Del Balzo, l'usciere fiero di essersi fatto fotografare più volte accanto al Papa, e finito ai domiciliari solo dopo i primi tre mesi di carcere, non hanno fatto presa sul giudice. Perché poco credibili, probabilmente. E arrivate dopo mesi di silenzio. Nonostante la totale mancanza di collaborazione dell'imputato (difeso dall'avvocato Angelo Staniscia), la procura sta procedendo con le indagini, per cercare di scoprire i destinatari della cocaina e dei filmati pornografici, più di due ore di registrazioni con scene di nudi e incontri con minori. La doppia vita del funzionario del Vaticano è stata interrotta nella tarda mattinata del primo settembre, quando i carabinieri del Nucleo operativo San Pietro gli hanno dato l'alt mentre, appena uscito dal lavoro, metteva in moto l'auto.
PEDINAMENTI
Non un fermo casuale, però. Lo hanno pedinato mentre usciva dalla sede del Pontificio Consiglio di Cultura fino alla sua auto, aperta con la chiave centralizzata, e lo hanno invitato a scendere. L'uomo allora si è innervosito, ha protestato. «Vengo in continuazione controllato», si è lamentato, (circostanza non vera, l'ultimo risaliva al 2007), per poi rivendicare il suo ruolo: «Appartengo alla segreteria dello Stato Vaticano...», e i suoi impegni: «Velocizziamo i controlli perché ho delle faccende improrogabili da sbrigare». La perquisizione è durata pochi minuti. Sotto il tappetino di moquette del lato passeggero in una pochette sono stati ritrovati 15 grammi di cocaina, divisi in 30 dosi, e cinque pendrive. In caserma i militari scopriranno il contenuto.
Erano cinque chiavi Usb, tutte con gli stessi sei filmati, più di due ore di programmazione pedopornografica. La suddivisione delle dosi, le chiavette identiche e il nascondiglio hanno fatto ritenere al pm Valentina Margio, che ha proceduto poi all'arresto, che si trattasse di materiale destinato allo smercio, anche se poi la contestazione di ferma alla detenzione di sostanza stupefacente e di materiale pedopornografico. L'indagine a più ampio raggio è in corso. «Non si può ignorare - aveva ipotizzato il magistrato - che vi sia concreta possibilità che tale materiale fosse destinato a circolare in ambienti ecclesiastici a contatto anche con minori in situazioni di minorata difesa».
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