Salvini, il Vaticano schiera pezzi da Novanta contro il vice premier

Salvini, il Vaticano schiera pezzi da Novanta contro il vice premier
di Franca Giansoldati
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Giovedì 26 Luglio 2018, 11:52 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 08:09

Città del Vaticano - La Chiesa schiera pezzi da novanta contro Salvini. Prima Famiglia Cristiana che lo ha paragonato ad una forza demoniaca (Vade retro), poi padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica che, ha tacciato di blasfemia chi ostenta il crocifisso come elemento identitario (facendo riferimento alla proposta di legge leghista sull'esposizione del crocifisso), e adesso l'Avvenire, il quotidiano della Cei. «Nessun uomo è mai un parassita». Con questo titolo, il quotidiano dei vescovi ha replicato al ministro dell'Interno Matteo Salvini a proposito delle sue dichiarazioni sui rom. Nell'editoriale in prima pagina, firmato da Impagliazzo di Sant'Egidio, il giornale afferma che «lascia perplessi il linguaggio di un importante ministro della Repubblica a proposito di una minoranza variegata presente in Italia da tempo, quella dei rom: parlare come ha fatto Salvini di 30.000 persone che si ostinano a vivere nella illegalità, definendole 'sacca parassitarià, suona pregiudiziale verso una intera comunità, oltre che non corrispondente alla realtà».

Impagliazzo sottolinea che «le parole sono importanti, hanno un valore e un peso. Se si tratta di personaggi pubblici, addirittura di figure istituzionali, l'uso delle parole è ancora più delicato perché vengono diffuse, amplificate, giungono alle orecchie di un pubblico vasto. Queste parole possono influenzare le opinioni pubbliche e spesso sono dette proprio a questo scopo». Il presidente della S.Egidio ricorda che «la definizione 'parassitì è stata utilizzata per gli ebrei e chi conosce la Storia sa che da questa e altre definizioni si è passati a emarginare e poi considerare nemica quella minoranza, con le conseguenze tragiche che sappiamo. Dove ci sono problemi di illegalità - osserva Impagliazzo - li si affronti come prevede la legge».

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