Se si esamina, ha detto il predicatore, «la rivoluzione sessuale dei nostri giorni ci accorgiamo con orrore che essa non è semplicemente una rivoluzione contro il passato, ma è spesso anche una rivoluzione contro Dio e talvolta contro la natura umana». La «sessualità non è più pacifica», ma una «forza ambigua e minacciosa» che trascina «contro la legge di Dio, a dispetto della nostra stessa volontà». L'esortazione ai religiosi è di testimoniare al mondo «l'innocenza originaria delle creature e delle cose»: per «rompere questa specie di narcosi e di ubriacatura di sesso» occorre «ridestare nell'uomo la nostalgia di innocenza e di semplicità che egli porta struggente nel suo cuore».
La purezza «è uno stile di vita, più che una singola virtù. E ha una gamma di manifestazioni che va al di là della sfera propriamente sessuale. C'è una purezza del corpo, una del cuore, una della bocca e una degli occhi e dello sguardo. E se S.Paolo parla di purezza come arma della luce», Cantalamessa ha notato come oggi si tenda a «minimizzare i peccati contro la purezza, a vantaggio di un'attenzione al prossimo».
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