La storia della Menorah in Vaticano, fino al 23 luglio esposti reperti rarissimi

La storia della Menorah in Vaticano, fino al 23 luglio esposti reperti rarissimi
di Franca Giansoldati
2 Minuti di Lettura
Lunedì 15 Maggio 2017, 16:01 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 13:48
Città del Vaticano Una mostra potente, unica e simbolica che segna un passo in avanti nelle relazioni culturali tra Santa Sede e Israele. Dal 15 maggio al 23 luglio si terrà a Roma, al Museo Ebraico e nel Braccio di Carlo Magno dei Musei Vaticani, una esposizione dedicata alla Menorah, il candelabro a sette braccia  diventato simbolo universale dell’ebraismo. Quadri, sculture, incisioni, illustrazioni, reperti archeologici rari, incunaboli, opere di arte orafa. Quattro anni di lavoro per curare un percorso culturale e artistico documentatissimo. Da una parte Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani e dall’altra Alessandra Di Castro, a capo del Museo Ebraico di Roma. 

Nella Bibbia, nel libro dell’Esodo, la prima Menorah raffigurava la luce che avrebbe rischiarato il cammino del popolo eletto, fu costruita da Mosè in oro puro, così come gli aveva ordinato il Signore. La Menorah originale fu realizzata fondendo 35 chilogrammi d’oro e collocata nel Tempio. Nel 70 dopo Cristo, dopo la distruzione del Tempio da parte dei romani, fu trasportata a Roma come altri trofei di guerra che testimoniavano la vittoria di Roma su Gerusalemme. A fotografare l’evento c’è il famoso bassorilievo del primo secolo scolpito nell’Arco di Tito al Foro Romano. «Le Spoglie di Gerusalemme». La scena raffigura la Menorah e altri oggetti sacri che sfilano a Roma assieme ai prigionieri ebrei, in una processione trionfale. 

Da allora di quell'immenso candelabro d'oro si sono perse le tracce e dove si trovi oggi questo oggetto d’arte sacra è un mistero che ha accompagnato il mito della Menorah attraverso i secoli. Il grande candelabro – secondo diversi storici – scompari definitivamente durante il Sacco di Roma del 455, mentre secondo altri studiosi, venne fuso nel corso del tempo. Insomma, impossibile recuperarlo. I curatori della mostra ebraico-vaticana legano con un filo invisibile il lunghissimo e affascinante percorso della Menorah. Simbolo, feticcio , leggenda. Una storia sopravvissuta sino ad oggi racconta che si troverebbe ancora in Vaticano. Naturalmente non è vero. Una specie di fake news smentita direttamente da diversi pontefici. Nel periodo di Roma imperiale la Menorah divenne il simbolo dell’ebraismo proprio mentre prendevano forma i simboli della cristianità.
 
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA