A Cittaducale un pomeriggio
a colori: in 200 di ogni età
alla scoperta dell'Africa

La manifestazione
di Daniela Melone
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Martedì 20 Marzo 2018, 15:54
RIETI - Creare occasioni di incontro, di conoscenza e di apertura verso l’altro non è semplice in un mondo come quello in cui viviamo, ma “Un pomeriggio a colori”, evento organizzato domenica a Cittaducale ha dimostrato che l’integrazione è possibile. La Cooperativa Levante, con il patrocinio del Comune, la collaborazione di Rieti Respira Africa e il supporto di Uisp e Loco Motiva, ha dato vita ad una giornata multiculturale che ha visto insieme circa 200 persone, tra grandi e bambini. “L’integrazione va coltivata, costruita ed insegnata – commenta il sindaco Leonardo Ranalli - Speriamo sia solo la prima di tante altre giornate così”. La cooperativa Levante opera a Cittaducale dal 2016. “L’idea – spiega l’amministratore Francesca Cherici – E’ quella di un progetto all’interno di un piccolo centro abitato, dove creare occasioni di integrazione. Abbiamo 29 posti e accogliamo anche nuclei familiari con bambini. Cittaducale risponde positivamente e questa manifestazione lo dimostra”. “Abbiamo dimostrato che l’integrazione è possibile” aggiunge Ilaria Nobili dell’associazione Rieti Respira Africa, che da 12 anni studia danza africana e prova a portare a Rieti un po’ di questa cultura. “L’ Africa – aggiunge – è un paese che ho visitato tanto. Siamo abituati a immagini di degrado, ma c’è anche una ricchezza infinita. Se solo riuscissimo ad entrare in contatto con quest’altra parte di Africa, sicuramente staremmo meglio tutti. Necessario capire che le differenze devono essere associate alla ricchezza e non alla paura”. I più piccoli sono stati coinvolti in diversi laboratori creativi e nella proiezione del cartone ispirato a leggende africane “Kirikù e la strega Karabà”. A seguire il documentario su Thomas Sankara “E quel giorno uccisero la felicità”. Infusi dall’ Africa e dolci, con specialità anche tunisine, hanno allietato i presenti prima di rituffarsi nei laboratori di danza africana e nel concerto con il gruppo Mami Wata. “L’integrazione deve partire dai più piccoli” commenta Cheikh Bayefall, attore e mediatore interculturale, originario del Senegal, ma reatino d’adozione, che tiene abitualmente laboratori con bambini, ma che un successo come questo, proprio non se lo aspettava. “Abbiamo tutti paure e diffidenze, ma la capacità che hanno i bambini di superarle, a noi manca. Dovremmo imparare da loro, tanto c’è ancora da lavorare, ma l’incontro di oggi fa ben sperare”.
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