Rieti, dipendente infedele alle Poste
di via Garibaldi, emergono altri
casi anomali oggetto di verifica

Rieti, dipendente infedele alle Poste di via Garibaldi, emergono altri casi anomali oggetto di verifica
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Sabato 26 Maggio 2018, 08:17 - Ultimo aggiornamento: 13:58
RIETI - Emergono altri particolari sul caso del maxi ammanco - pari a 200mila euro - registrato nella sede di via Garibaldi (nella foto) di Poste italiane, mentre due ispettori centrali dell’istituto proseguono, in piena collaborazione con le forze dell’ordine, a scandagliare tutte le operazioni effettuate dall’ufficio finanziario della sede centrale reatina di Poste, confrontandole con le denunce e le segnalazioni di anomalie raccolte in questi ultimi due mesi. Un lavoro di verifica che va di pari passo con la raccolta di dati ed elementi che possano fornire un quadro preciso sulle eventuali responsabilità della dipendente attualmente sospesa dal servizio.

Abbiamo parlato di denunce e segnalazioni perché, oltre al caso che ha fatto emergere l’ammanco, fatto scattare la denuncia di un commercialista reatino e portato all’invio da Roma degli ispettori, ci sono anche altre situazioni poco chiare che stanno emergendo dall’operato della dipendente, attualmente attenzionata. Un’operazione, in particolare, non risulterebbe da nessuna registrazione. Operazione relativa a una somma - non elevata in questo caso - che sarebbe uscita dall’ufficio delle Poste di via Garibaldi senza alcun giustificativo.

L'ANOMALIA
Ci spieghiamo meglio. A una cliente che chiedeva di poter ritirare una somma dal suo fondo investimenti, necessaria per far fronte a una spesa urgente ed imprevista, la dipendente sospesa avrebbe più volte risposto che l’andamento del fondo e, più in generale, dei mercati, sconsigliava al momento il disinvestimento. Di fronte all’insistenza della cliente, necessitata ad avere disponibile una certa somma, la dipendente di Poste italiane l’avrebbe quindi convocata il giorno seguente nell’ufficio di via Garibaldi e le avrebbe consegnato una cifra in contanti, pari a tremila euro, senza rilasciarle alcuna ricevuta o giustificativo.

Un comportamento anomalo, un modus operandi singolare che ha destato più di un sospetto e che si è andato poi a sommare ad altre denunce e segnalazioni ricevute anche dalla stessa direzione dell’ufficio di via Garibaldi
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