LA RIMODULAZIONE
E in questo quadro la giunta Cicchetti chiede e in parte ottiene l’ok a rimodulare obiettivi e ricalibrare interventi «per agganciarli meglio alla duplice esigenza di riqualificare e rilanciare la città. Con la lunga crisi sismica e la desertificazione del centro storico sono cambiate le esigenze – spiega Emili – Per noi conta ricucire il centro storico alle periferie e ripopolare il centro». Visione e obiettivi diversi dal piano originale, che aveva invece nel tratto urbano del Velino la sua linea di confine centro-periferia da riqualificare con opere e interventi finalizzati al benessere e alla partecipazione, e nei Campionati juniores di Atletica 2020 il suo target di riferimento.
Sul piano procedurale, il dipartimento della presidenza del Consiglio che sovrintende ai progetti avrebbe aperto a modifiche: «Margini di manovra ne abbiamo – dice Emili – sia pure nel perimetro delle aree tematiche individuate dal programma originario». Tradotto: un nuovo ponte pedonale all’altezza dei Pozzi potrebbe rientrare nel quadro della riqualificazione delle sponde del Velino già prevista. «E il food corner, previsto a Città Giardino all’Alberghiero, potrebbe essere realizzato all’ex Mercato coperto».
IL PERCORSO PROCEDURALE
Sul piano procedurale il percorso è chiaro: «A breve ci sarà la registrazione della delibera del Cipe con l’assegnazione dei fondi, poi saremo chiamati a Palazzo Chigi a firmare la convenzione, poi passeremo alla stesura dei progetti. Nelle more, metteremo mano alla ricalibratura degli interventi». Resta il piano politico: il centrosinistra reclama un confronto: «E il confronto ci sarà in commissione Urbanistica e commissione Attività produttive», dice Emili a Il Messaggero.
I DUBBI DI LUDOVISI
L’ex assessore Giovanni Ludovisi prende nota e apre: «Margini di un dialogo ci sono, su un tema simile serve il coinvolgimento politico della minoranza». Nel merito è però scettico: «Il tema del bando era la riqualificazione delle periferie: noi riuscimmo a scalare la graduatoria mettendo insieme idee e visioni che furono vincenti. Non so ora come possano cambiare, ma se possono è loro diritto farlo. Quello che a noi sta a cuore sono pure le cosiddette azioni immateriali di Rieti 2020, i processi di partecipazione dei cittadini alla riqualificazione urbana. Diversamente tutto si ridurrebbe a un elenco di opere pubbliche e si tradirebbe lo spirito del progetto».
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