Campidoglio, dipendente dichiarava falsi straordinari: condannato a 8 mesi

Campidoglio, dipendente dichiarava falsi straordinari: condannato a 8 mesi
di Marco Carta
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Sabato 12 Maggio 2018, 09:36 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 16:11
Stakanovista e con il dono dell'ubiquità, un fantasma infaticabile fra i palazzi comunali. La mattina entrava in servizio a Tor Bella Monaca. La sera staccava a Cinecittà. Anche se la sua scrivania rimaneva ben salda tutto il giorno a Largo Loria, all'Eur. Sarebbe durato almeno un anno e mezzo lo stratagemma adottato da A. D. G., dipendente capitolino di 57 anni, per scroccare qualche ora in più al Comune di Roma. Minuti preziosi e guadagni aggiuntivi per migliaia di euro, che dopo il licenziamento, sono costati all'uomo una condanna ad otto mesi per truffa.

Ad incastrare l'impiegato, con qualifica di istruttore amministrativo, sarebbe stata una verifica all'interno del Dipartimento Risorse Umane, Direzione Formazione tutela del lavoro e della salute, presso cui era in servizio. Quando nel giugno 2015, durante gli ultimi mesi del sindaco Ignazio Marino, vengono svolti accertamenti sui dipendenti, balzano all'occhio le anomalie sul conto del 57enne che nel 2014 avrebbe «vidimato» l'ingresso con l'apposito badge 141 volte, e circa 90 volte l'uscita, presso la sede del VI Municipio, in via Duilio Cambellotti, un luogo vicino alla sua residenza, ma distante diversi chilometri dall'effettiva sede di lavoro, ossia lo stabile di Largo Loria 3, lungo la Colombo.

Oltre a quello di Tor Bella, fra i municipi preferiti dall'impiegato per dilatare l'orario di lavoro, c'era anche il VII, quello di piazza di Cinecittà: 19 ingressi e 34 uscite. Il copione si sarebbe ripetuto anche nell'anno successivo. Secondo l'accusa il lavoratore attraverso il suo modus operandi: «Timbrare il cartellino in un luogo diverso da quello di assegnazione in Largo Loria 3» senza alcuna autorizzazione o esigenza lavorativa, «attestava falsamente la sua presenza in servizio», come si legge nel capo d'imputazione. Nel corso del processo, il 57enne ha detto: «Era un periodo complicato». Il pm Annamaria Orlando aveva chiesto una pena superiore a un anno. Il giudice monocratico si è fermato a 8 mesi e 600 euro di multa.
 
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