Caso Raggi, i legali M5S: codice etico chiaro, se condannata deve dimettersi

Caso Raggi, i legali M5S: codice etico chiaro, se condannata deve dimettersi
di Simone Canettieri
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Sabato 30 Settembre 2017, 08:08
«Il codice etico parla chiaro». Lo dicono i consiglieri comunali pentastellati («Ma adesso non vogliamo nemmeno pensarci: siamo più che fiduciosi») e soprattutto lo ribadiscono i legali del M5S interpellati in queste ore dai parlamentari portatori della linea dura e del rispetto delle regole.

Dunque, qualora la sindaca Virginia Raggi venisse condannata per abuso d'ufficio dovrebbe dimettersi. «Ma non verrebbero certo i carabinieri a cavallo a prenderla in Campidoglio, stiamo parlando di un aspetto puramente tecnico legale, che è separato dall'iter dei probiviri del M5S». Ovvero: i politici Riccardo Fraccaro, Nunzia Catalfo e Paola Carinelli.

LA LINEA
Gli avvocati chiamati da Beppe Grillo a tutelare il movimento puntano il dito sul punto 4 del codice etico entrato in vigore lo scorso 2 gennaio: «La condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo, eccettuate le ipotesi indicate all'ultimo comma». L'interpretazione secondo la quale il «non dolo» potrebbe salvare la grillina del Campidoglio, codice etico alla mano, non è vera.

Sono sempre gli avvocati pentastellati a spiegarla: «Per assenza di dolo si intende un reato colposo, come può essere un incidente stradale anche mortale. Discorso diverso, invece, per un abuso d'ufficio». Davanti a un'eventuale condanna, scenario ancora molto lontano e per nulla scontato, per Virginia Raggi scatterebbe un'«incompatibilità». Anche l'ipotesi ventilata in queste ore di un'autosospensione non potrebbe salvare la sindaca. Sono sempre i legali che difendono il M5S a sottolineare come il regime dell'autosospensione si «applica prima e non dopo una sentenza» a tutela del M5S e non della persona sottoposta al procedimento. Le dimissioni sarebbero obbligatorie anche in caso di patteggiamento, considerato nel codice etico del M5S alla stregua di una condanna.

LE CONSEGUENZE
In poche parole, è il ragionamento dei legali di Grillo e Casaleggio che custodiscono l'onorabilità del simbolo, nella peggiore delle ipotesi per Raggi non ci sarebbero ancora di salvezza. Stando sempre al codice etico, certo. Ma sarebbe possibile una nuova versione delle regole in grado di tener conto di scenari complicati? La risposta degli avvocati è una risata accompagnata da un secco «non pensiamo che sia possibile, un ulteriore aggiornamento».
L'allargamento delle maglie infatti venne attuato su misura del caso Roma dopo l'arresto lo scorso dicembre del dirigente Raffaele Marra e il possibile coinvolgimento dell'inquilina del Campidoglio in qualche inchiesta. Già in quel caso infatti si saltarono a piedi pari gli indagati e soprattutto, i rinviati a giudizio. Status che ora sono contemplati anche per i grillini. «Non penso che ci potremmo spingere ancora più in avanti». Salvo appunto l'ingresso in campo della politica.
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