La prossima settimana, dopo le vacanze d'agosto, l'Assemblea capitolina riaprirà i battenti e giovedì sarà discussa la riforma che rivoluziona la vecchia Ztl e introduce la nuova tassa di congestione. Non entrerà in vigore subito, ma «entro due anni dall'approvazione» dei consiglieri, quindi nella seconda metà del 2020.
Il modello è l'Ecopass milanese, l'area C insomma. Nella Capitale la zona interessata è quella del cosiddetto Anello ferroviario, una fetta di Roma molto più grande rispetto al solo Centro storico. A conti fatti, è un'area di oltre 30 chilometri quadrati che si allunga fino a via Nomentana, piazza Re di Roma, piazzale Ostiense, piazzale degli Eroi e viale di Tor di Quinto.
I BALZELLI
La delibera che verrà licenziata giovedì dall'Aula Giulio Cesare si mantiene piuttosto vaga sull'entità dei pedaggi. Qualche ipotesi, però, a Palazzo Senatorio ha già preso a circolare. Chi vorrà superare i varchi dovrebbe sborsare non meno di 2 euro a ingresso. Il balzello sarà più caro per i mezzi che inquinano di più, insomma un Euro 6 pagherà meno di un Euro 4.
Chi abita dentro l'Anello dovrebbe ottenere un pacchetto di 150 passaggi gratis l'anno; ci sarà una deroga anche per i veicoli elettrici, quelli ibridi, per i portatori di handicap, per i mezzi che trasportano «più di tre persone», per i medici e le ambulanze.
A sorvegliare gli ingressi sarà un sistema di telecamere, piazzate grosso modo dove oggi sono gli accessi dei pullman turistici, i 21 «varchi Vam». Gli orari? Gli stessi della Ztl del Centro. «Con questa misura puntiamo a ridurre il traffico nel cuore della città - spiega Stefàno - da qui a due anni, quando entrerà in vigore la riforma, i trasporti pubblici saranno migliorati».
Accanto alla spiegazione green, ce n'è una più materiale. Con i pedaggi il Campidoglio potrebbe incassare fino a 150 milioni di euro in più all'anno. Un bottino niente male per un'amministrazione schiacciata da un debito miliardario.
LE PROTESTE
Va detto che la riforma, ormai a un passo dall'approvazione, ha sollevato come spesso accade più di una polemica. I commercianti non sono sembrati proprio entusiasti. «Siamo contrarissimi», ha detto a giugno Valter Giammaria, presidente di Confesercenti, quando la riforma superò il vaglio della commissione Mobilità. «In questo modo - sosteneva - si uccidono i negozi del Centro storico».
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