LE DUE TRATTE
Una cosa però non dovrebbe cambiare: la funivia sparisce dal bilancio del 2018 di Roma Capitale. Il Dipartimento Mobilità aveva previsto di spendere quest'anno 458.600 euro per far partire la «realizzazione di un sistema di trasporto a fune terrestre tipo minimetro» su due tratte diverse. Non solo, si legge nelle carte del Campidoglio, per la funivia «tra la stazione Battistini della linea A e il quartiere Casalotti», la linea più conosciuta, ma anche per il percorso «tra la stazione Jonio della linea B1 ed il quartiere Bufalotta».
Il motivo dello stralcio è annotato nella manovra di assestamento: i fondi sono stati depennati una volta appurata «l'impossibilità di attivare le procedure di affidamento entro il 31/12/2018». Insomma il progetto è in ritardo rispetto alle previsioni e quindi è inutile prevedere fondi che sicuramente non verranno spesi entro fine anno. «Questa storia ha dell'incredibile, dopo mesi di velleitaria propaganda la giunta Raggi fa marcia indietro - commenta Ilaria Piccolo (Pd), vicepresidente della Commissione Trasporti di Roma - Il definanziamento della funivia e del People mover a Ionio sarebbero una buona notizia per una mobilità credibile ma vanno avanti a spot elettorali che poi non riescono neanche a portare fino in fondo per manifesta incapacità. La notizia ci preoccupa perché erano le due opere su cui si poggiava il lavoro di Roma Metropolitane e ci chiediamo, di nuovo, quale sarà il futuro dei suoi lavoratori».
Complessivamente la funivia costerebbe circa 100 milioni di euro, come ha spiegato poche settimane fa in un'intervista al Messaggero il presidente e ad di Roma Servizi per la Mobilità, Stefano Brinchi: 40 milioni per le infrastrutture, 35 milioni per le stazioni, 5 milioni per gli espropri e il resto, circa 20 milioni, per cabine, cavi, altro materiale rotabile.
I COSTI
Chi paga? Il Campidoglio punta a un sostanzioso contributo da parte del Ministero dei Trasporti, ora guidato dal grillino Danilo Toninelli, come per gli altri progetti annotati nel Piano della mobilità sostenibile. «Ancora non è stata decisa la quota del Ministero, è possibile che venga finanziato quasi l'intero importo», ha ipotizzato Brinchi. Resta da capire, dopo lo slittamento e lo stralcio dei primi fondi, quale sarà l'impatto sui tempi di costruzione dell'infrastruttura. Raggi vorrebbe aprire almeno un impianto, quello di Casalotti-Boccea, nel suo feudo elettorale, entro la fine della consiliatura, nel 2021. Ma il progetto definitivo deve ancora essere terminato e per i cantieri, spiegano i tecnici comunali, ci vogliono almeno 18-24 mesi. Insomma il sogno dei trasporti ondeggianti per aria dei pentastellati romani, è il caso di dirlo, resta appeso a un filo.
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