Al via il processo Raggi. Il Comune: «No parte civile»

Al via il processo Raggi. Il Comune: «No parte civile»
di Michela Allegri e Simone Canettieri
3 Minuti di Lettura
Giovedì 21 Giugno 2018, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 08:24
Il giorno della prima udienza è anche l'ultima occasione disponibile per il Campidoglio per costituirsi parte civile nei confronti della sindaca Virginia Raggi, sul banco degli imputati per falso ideologico per la nomina a capo del dipartimento Turismo del Comune di Roma di Renato Marra, fratello del suo ex braccio destro, Raffaele. La sindaca questa mattina non sarà presente in tribunale e non è intenzionata a far schierare il Comune, un intervento in questo senso ci sarà solo in caso di condanna. Scenario che porterebbe - sulla carta - anche alle dimissioni da prima cittadina, almeno così dicono le regole del M5S. La grillina dice: «Ho fiducia che si faccia finalmente chiarezza, non deve esserci più alcun dubbio sulla correttezza del mio operato».

LE CARTE
L'ex fedelissimo, sempre per la promozione del fratello, è sul banco degli imputati per abuso d'ufficio, mentre in un altro processo è accusato di corruzione insieme all'imprenditore Sergio Scarpellini. Davanti al giudice monocratico, invece, si aprirà il dibattimento in cui la Raggi deve difendersi dall'accusa di avere dichiarato il falso alla responsabile dell'autorità Anticorruzione del Campidoglio, Maria Rosa Turchi. La sindaca le aveva detto di avere deciso in autonomia di nominare Renato Marra, senza coinvolgere Raffaele, che all'epoca era il capo del Personale del Comune. A incastrarla, per il pm Francesco dall'Olio, alcune chat scambiate proprio con l'ex braccio destro. Dando forfait questa mattina, la Raggi ha evitato il tris: nei giorni scorsi è stata convocata dai pm per essere ascoltata come persona informata sui fatti nell'ambito dell'inchiesta sullo stadio di Tor di Valle, che, oltre a fare finire in carcere il costruttore Luca Parnasi, ha spedito ai domiciliari anche l'ex presidente di Acea, Luca Lanzalone, consulente di punta della prima cittadina. Un'inchiesta nata - ironia della sorte - proprio dall'indagine che ha portato Raffaele Marra a processo per corruzione.

L'EX FEDELISSIMO
Per quanto riguarda la nomina di Renato Marra, il destino processuale della Raggi è separato rispetto a quello dell'ex fedelissimo, che ha scelto di essere giudicato con rito ordinario e che, in una memoria difensiva, ha puntato sulla mancanza di un ingiusto vantaggio nei confronti del fratello promosso. A suo dire, quando Renato ottenne l'incarico di capo del dipartimento Turismo, «poteva ambire a molte altre cariche, anche più rilevanti». La sua controfirma sull'ordinanza di nomina - ha aggiunto Marra - è stata solo un atto formale: «È stato il sindaco a decidere tutto, io dovevo siglare come capo del personale ma non contava granché». Un assist alla sindaca, che ha indicato l'ex fedelissimo come testimone a sua difesa, insieme al vicesindaco Luca Bergamo e all'assessore Daniele Frongia. Citati come testi anche l'ex assessore al Commercio, Adriano Meloni, il responsabile risorse umane, Antonio De Santis, e il segretario particolare Fabrizio Belfiori. Inizialmente, la Raggi era stata indagata anche per la promozione di Salvatore Romeo a capo della segreteria politica, con tanto di stipendio triplicato. La contestazione di abuso d'ufficio è stata archiviata dal gip su richiesta della procura.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA