Con una sega circolare hanno tagliato i pilastri della serranda. Poi con il carro attrezzi hanno sfondato la porta d’ingresso: così la batteria di quattro rapinatori ha tentato il colpo alla gioielleria lungo la via del Mare. Un colpo sfumato perché gli allarmi e l’antifurto li hanno messi in fuga. La banda allora si è diretta in un altro quadrante della Capitale, a Prati. Dove la rapina è andata a segno e tra gioielli e orologi sono scappati con un bottino da 50 mila euro.
GLI ALLARMI
Il primo allarme è scattato martedì all’alba, lungo la via del Mare, intorno alle 4 del mattino. Sul posto gli agenti del reparto Volanti: al loro arrivo però, i banditi si erano già dileguati.
Appena quarantacinque minuti dopo, alle 4.45, l’allarme è scattato in via Sabotino, nel quartiere Prati. Per questo colpo però i banditi, come macchina di appoggio hanno utilizzato una Fiat Doblò. Hanno parcheggiato il secondo mezzo tra le carreggiate, così da rallentare l’intervento delle forze dell’ordine e a colpo finito, avere la via di fuga libera. Con la sega circolare, la stessa utilizzata nel colpo precedente, hanno forzato la serranda riuscendo, in questo caso, a introdursi all’interno della gioielleria.
Hanno ripulito le vetrinette rubando orologi e gioielli per un valore di circa 50mila euro. Ma: «Il valore della refurtiva potrebbe essere molto più elevato- precisano gli investigatori- il titolare sta ancora quantificando i gioielli rubati». Insieme agli agenti del reparto Volanti, in via Sabotino sono intervenuti anche gli uomini della polizia Scientifica e dell’Antirapina. Gli investigatori hanno quindi avviato una fitta rete di indagini. Anche in questo caso, hanno subito visionato le immagini dei locali. I fotogrammi hanno confermato che gli autori del colpo alla gioielleria lungo la via del Mare e quello a Prati, erano gli stessi. La stessa banda di quattro malviventi. Tutti con il volto camuffato e vestiti di nero. «Una banda ben organizzata- dicono i poliziotti- hanno a disposizione mezzi e strumenti. E sono esperti- precisano- perché i tempi con cui agiscono sono stretti, non più di dieci minuti a rapina». Le indagini sono dunque serratissime mentre la pista calda seguita dagli investigatori è che la banda della scorsa notte, sia la stessa che lo scorso tre luglio ha messo a segno quattro furti.
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LA “BATTERIA”
La notte del tre luglio infatti, i rapinatori hanno incassato quattro tra il Prenestino e il Casilino. Il primo blitz nei locali del Mercatino dell’Usato, una manciata di minuti dopo arrivati nella piazzola di un distributore di via Prenestina 920 sono sceso dall’Audi nera armati di pistola e hanno minacciato il benzinaio puntandogli la pistola alla testa. Così hanno rapinato l’incasso, per un bottino di circa mille euro. Quindi la fuga fino a via Silicella a Torre Maura, dove hanno rapinato un 60enne romano. I banditi lo hanno affrontato al cancello di casa, anche in questo caso minacciando di morte la loro vittima. Una volta preso il borsello, sono fuggiti a bordo della solita Audi nera. La stessa auto che, poco dopo, è stata notata da alcuni passanti nel centro commerciale di via Schiavonetti alla Romanina dove i criminali hanno sparato alcuni colpi di pistola.
Secondo dunque, gli investigatori si tratterebbe dunque della stessa banda armata. E della stessa Audi nera utilizzata per le rapine e i colpi alle gioiellerie.