Roma, caos vaccini: a casa 4 mila bambini

Roma, caos vaccini: a casa 4 mila bambini
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 13 Settembre 2017, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 07:55
Quaranta sono già stati rispediti a casa. E nei prossimi giorni il numero è destinato ad aumentare fino a raggiungere delle cifre monstre a tre zeri. Regna il caos nelle scuole di Roma, principalmente materne, in merito all'obbligatorietà vaccinale prevista dal decreto Lorenzin: moltissimi genitori non hanno presentato i documenti richiesti e dunque i presidi hanno applicato la legge, sbarrando le porte delle scuole a decine di bambini. Alla materna di via Aretusa (zona La Rustica) ieri mattina 40 piccoli (su 263) sono tornati a casa. La preside, Donatella Gentilini, ha «applicato la legge», dice. Non è un caso isolato. In questi giorni in cui tanti istituti in ragione dell'autonomia scolastica , hanno deciso di iniziare l'anno prima del 15 settembre, (giorno ufficiale di partenza sancito dalla Regione Lazio), in molte altre zone di Roma si stanno registrando problemi. Sono circa 120 mila i bambini iscritti alle materne di Roma. Le famiglie avrebbero dovuto presentare prima dell'inizio del nuovo anno la certificazione che attestasse la copertura vaccinale o quella che, invece, comprovasse la prenotazione alle somministrazioni. E invece negli ultimi due giorni sono circa 4mila i piccoli sprovvisti dei documenti. Il risultato è che diverse scuole dell'infanzia hanno rispedito a casa i piccoli nel giorno di apertura. Il motivo? Non figurando come scuole dell'obbligo (elementari e medie) non possono far entrare nelle strutture bambini senza documenti. La defezione sulle certificazioni è molto di là dall'essere pienamente colmata.

I CASI
All'Istituto comprensivo Uruguay di Prima Porta «Abbiamo tre scuole d'infanzia spiega la preside, Angela Minerva per un totale di circa 400 bambini, apriamo domani ma molte famiglie sono indietro con la presentazione delle certificazioni». Cosa succederà giovedì? «Io sono tenuta prosegue la dirigente ad applicare la legge, i genitori non in regola saranno invitati a produrre i documenti». Nel mentre, i bambini resteranno a casa. Stesso scenario a Cinecittà, dove la scuola materna dell'Istituto comprensivo Rita Levi Montalcini aprirà il nuovo anno venerdì. «Le famiglie ricorda la preside, Cristina Costarelli hanno tempo fino a domani per produrre i certificati ma su 200 bambini mancano ancora una settantina di documenti». Le dirigenze scolastiche tuttavia già da fine agosto hanno informato le famiglie, attraverso i siti internet degli istituti o contattando i genitori al telefono e via mail, per dar loro modo di conoscere la procedura da seguire.

IL CAOS
E allora, a cosa è dovuto questo caos? «Non tanto per la refrattarietà delle famiglie verso il dispositivo di legge e l'obbligo vaccinale spiega Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi ma molto più per una mancata comunicazione generale e tempestiva del Comune di Roma sulle scuole di sua competenza che è arrivata in ritardo. Sommando questo alla fragilità di molte famiglie, soprattutto di periferia, non si è garantita la capillare informazione necessaria». Dal Campidoglio, dove il caos che si sta generando nelle scuole rischia di far implodere gli uffici (il dipartimento scolastico ancora non sa in quali e quanti istituti materni ci sono dei problemi), la presidente della commissione Scuola, Maria Teresa Zotta, rimanda la responsabilità direttamente al ministero della Salute. «Il Campidoglio aveva pubblicato il modulo per le famiglie cercando di rispondere a pieno alle disposizioni normative, il ministero invece lo ha bocciato e lo abbiamo sostituto solo ieri». Polemiche politiche a parte, restano i numeri: sono ancora 90 mila i bambini (50.322 da 0 a 6 anni) che dovranno vaccinarsi nelle prossime settimane, secondo il calcolo regionale sulle prenotazioni. Per le scuole elementari e medie, invece, le famiglie avranno tempo fino al 31 ottobre per fornire le certificazioni, comprese quelle che attestano l'immunità a una delle 10 malattie coperte dai vaccini, o i cedolini di avvenuta prenotazione per le somministrazioni.