Roma, videopoker buttati in pineta: ecco la "discarica" della mala

Roma, videopoker buttati in pineta: ecco la "discarica" della mala
di Mirko Polisano
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Mercoledì 21 Marzo 2018, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 13:10

Slot machine rubate e nascoste in pineta. Castel Fusano si conferma la «discarica» della mala, dove banditi e organizzazioni criminali si rifugiano lontano da occhi indiscreti per portare avanti i loro traffici e interessi. L'ultima scoperta risale alla scorsa notte quando la polizia locale del X Gruppo Mare in pattuglia all'interno di Castel Fusano ha trovato alcune macchinette dei videopoker abbandonate sul terreno.
 

 

LE VERIFICHE
Sono scattate le indagini da parte dei vigili urbani che hanno accertato, in collaborazione con la polizia di Ostia, che le slot erano state rubate poche ore prima in un bar di via Cilea all'Infernetto. È molto probabile, da quanto trapela dalle indagini, che dopo il colpo i malviventi abbiano raggiunto Castel Fusano sapendo che, coperti dal sottobosco della pineta, potevano agire indisturbati, prendendosi tutto il tempo per scassinare gli apparecchi e rubare i contanti della cassa. L'impressione, secondo gli inquirenti, è quella che gli autori del furto non siano comuni balordi ma che possa trattarsi di una banda specializzata che abbia come «base» proprio la pineta di Castel Fusano.

I SOSPETTI
I due dispositivi lasciati nel cuore del polmone verde della Capitale sono stati posti sotto sequestro e sono stati inviati nel deposito giudiziario del commissariato. Ora sono al vaglio della polizia scientifica che provvederà a isolare le impronte digitali. Ogni elemento sarà poi inserito nella banca dati centrale per individuare eventuali corrispondenze con qualche profilo già segnalato. Un episodio, su cui stanno facendo luce gli investigatori, che conferma come Castel Fusano sia, ancora una volta, terra di nessuno. Dopo l'emergenza incendi della scorsa estate, la pineta sarebbe dovuta essere interessata da un piano di riqualificazione e protezione da parte del Campidoglio. A partire dalla sorveglianza. Ma l'intervento non è mai decollato. E i 900 ettari di verde sono ancora troppo vulnerabili. L'area a ridosso della Colombo, compresa tra via del Martin Pescatore e via del Lido di Castel Porziano, è quella più colpita. Le vecchie storie di Castel Fusano riaffiorano come i rifiuti interrati degli accampamenti abusivi mai rimossi. La pineta è lo stesso nascondiglio, dove la Banda della Magliana negli anni'70 e 80 nascondeva sotto la sabbia (a Castel Fusano c'è anche la sabbia, oltre alla terra) armi e cadaveri di cui disfarsi.
 

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