L'ALTRO ALLARME
Nei prossimi giorni il caso potrebbe finire all'attenzione della procura, dove sono già aperte due inchieste per un caso più grave di contagio da botulino causato, secondo la prima ricostruzione, da olive nere dolci da tavola acquistate ad agosto in un supermercato in zona Don Bosco. Un avvelenamento che potrebbe aver causato, due mesi dopo, il 21 ottobre la morte di una cinquantanovenne del quartiere, Anna Cascini. Le traversie per la vittima erano cominciate una sera di fine agosto quando la signora aveva deciso di mettere a tavola uno dei tre pacchetti di olive acquistati un mese prima. La coppia nel giro di qualche giorno avverte forti malori e al pronto soccorso viene diagnosticato l'avvelenamento da botulino. Il marito se la cava con pochi giorni di ricovero, mentre alla donna viene diagnosticata una «sepsi da polmonite stafilococcica con versamento pleurico pericardico». Dopo un mese e mezzo in fin di vita, una dimissione e un nuovo ricovero la donna smette di lottare il 21 ottobre. Sul caso ora sono aperti due fascicoli. Uno per l'ipotesi di reato di omicidio colposo: venti medici dell'ospedale sono finiti nel registro degli indagati per accertare eventuali errori. E l'altro per la intossicazione, che ha fatto finire nel mirino degli inquirenti una ditta produttrice di olive con sede legale a Mentana. L'avvocato Armando Fergola, che assiste la famiglia della vittima, ora sta svolgendo anche investigazioni difensive per proprio conto. La stessa azienda, pur respingendo responsabilità, intanto, ha invitato gli acquirenti a restituire il prodotto. La Asl intanto ha inviato alla procura una prima relazione sul caso. Pietro Petrosini, legale della paninoteca, dice: «non ci sono certezze su quali possano essere i prodotti incriminati. e il locale è ancora aperto».