Roma, poliziotto morto in Tangenziale: la procura indaga sui guardrail killer

Roma, poliziotto morto in Tangenziale: la procura indaga sui guardrail killer
di Elena Panarella e Adelaide Pierucci
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Lunedì 15 Gennaio 2018, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 08:04

I guardrail come ghigliottine. I motociclisti che schizzano per un incidente finiscono decapitati dalle lame taglienti e malmesse delle barriere di protezione. Trappole della strada su cui indagherà la procura. A far scoppiare il caso di Gianluca De Santis, ispettore della Squadra Omicidi della Mobile di Roma, morto sabato alla guida della sua Suzuki mentre percorreva la Tangenziale. Lo scontro con una Ford all'altezza dello svincolo di viale Etiopia e poi lo schianto contro il guardrail, senza protezione nella parte sottostante, una trappola tagliente per il sottufficiale. Il pm Maria Caterina Sgrò titolare del fascicolo sull'incidente, e che procede per omicidio colposo, sta aspettando l'ultima relazione del II Gruppo Parioli della Polizia Roma Capitale e poi disporrà una perizia sullo stato dei luoghi e sulla dinamica dell'incidente. L'Associazione Familiari Vittime della Strada, intanto, è pronta ad attivarsi inviando un esposto a piazzale Clodio, ma anche mettendo a disposizione l'ufficio legale. «I guard rail sono dei patiboli chilometrici. A Roma quelli con le protezioni sono una rarità - denuncia l'avvocato Giammarco Cesari, legale dell'associazione - Non esiste un obbligo di legge che imponga di cambiare certe barriere che proteggono gli automobilisti e uccidono i motociclisti. Ma basta il buonsenso». «Dove trovare i fondi in una città che non riesce a porre rimedio nemmeno al manto stradale crivellato?», Patrizia Quaresima, segretaria romana dell'associazione lancia una ricetta: «Il Campidoglio dovrebbe investire sulle strade gli incassi delle multe».

IL DOSSIER
Ancora un morto sulle strade della Capitale. È il terzo dall'inizio dell'anno (oltre alle cinque vittime in provincia). Si riapre così la questione della pericolosità delle barriere di sicurezza: ogni anno sono, infatti, almeno 1.500 i motociclisti vittime di incidenti causati dall'impatto col guardrail. Queste strutture in ferro sono concepite per contenere le automobili e i mezzi pesanti, ma non tengono conto dei danni che possono provocare al corpo di un uomo. Le statistiche sono piene di episodi mortali e da tempo le associazioni dei motociclisti hanno portato avanti una battaglia per modificare la struttura dei guardrail. «La tangenziale è ferma agli anni 90 - dice Gabriele Di Bella funzionario del Gruppo Parioli -Eppure i proventi delle contravvenzioni dovrebbero essere impiegati per queste cose, lo prevede la legge. Il Comune deve rendicontare al Ministero dei Trasporti come vengono impiegati questi soldi». Eppure per evitare l'effetto ghigliottina basterebbe una semplice fascia a livello dell'asfalto. La Spagna si è già mossa, mentre in Italia le vittime su due ruote aumentano del 20%. «In Spagna sono obbligatori - spiega Marco Comelli, responsabile settore Infrastrutture-Ambiente dell'Ami - l'Italia aveva iniziato un iter ma non si sa dove sia finito». Pensare che in Italia gli incidenti stradali e le loro conseguenze costano complessivamente 30 miliardi di euro l'anno.
 

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