Roma, giochi erotici a distanza con la 13enne: manager condannato a 7 anni

Roma, giochi erotici a distanza con la 13enne: manager condannato a 7 anni
di Adelaide Pierucci
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Sabato 17 Marzo 2018, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 18:01

Si presentava come pilota di aerei, vent'anni, single, sempre impegnato nella rotta Roma-Francoforte. Era invece un manager di 55 anni, laureato alla Bocconi, sposato, padre, e col pallino della pedofilia on line. Con il nickname Giorgio Foryou ha agganciato su Messenger una bambina di 13 anni facendola innamorare di lui per poi trasformarla in poche settimane, come amava dire, «nella sua porcellina» a distanza. 

Videochiamate hard, foto in tema, e messaggi erotici ieri sono costate all'alto funzionario, Luigi C., un romano insospettabile, una condanna a sette anni di carcere. Inutile per la difesa sostenere che quell'uomo delle videochat sempre nudo, con linguaggio cameratesco e pretenzioso di prestazioni erotiche dalla bambina, potesse essere chiunque, visto che il viso non era mai stato immortalato. Sia il telefonino personale che aziendale usato per gli scambi hot era intestato all'imputato. Eppure il fisico, la voce era la sua. Era stata proprio la voce a far saltare fuori la prima mezza verità sul falso pilota.

IL FIDANZATO
La ragazzina, milanese e alla seconda media era entusiasta di avere un fidanzato aviatore, anche se mai visto di persona, e, in verità, neanche in viso. E se ne era vantata con un'amica, che sentita la sua voce l'ha messa in allerta: «Questo è un vecchio, altroché». Solo allora Giorgio Foryou aveva ammesso di avere un'altra età, 39 anni. Che ne avesse 55 è emerso fuori quando la madre dell'adolescente ha denunciato il caso. Le indagini partono da Milano, si spostano a Roma: passano sette anni prima che finisca in aula. Così a correre ai ripari ci pensa il giudice Paola de Martiis, che in tre udienze inchioda il manager.

Il pm d'aula Vittorio Pilla aveva chiesto una pena di sei anni. «Pensavo fosse amore», ha raccontato la vittima in aula, confortata dall'avvocato Sonia Gaiola. «Mi chiamava sempre», ha aggiunto, «Mi scriveva. Ciao, amore. Ho tanta voglia di vederti. È vero usava un linguaggio volgare imponendomi Mms sconci, ma ero ingenua e innamorata». Il manager, che era riuscito a plagiare la ragazzina, usava un ricatto per vincere la ritrosia: «Altrimenti tornerò dall'altra». «E allora - ha spiegato in aula la vittima - assecondavo le voglie, seguivo le istruzioni». Il senso di vergogna, le sono costati tre anni di terapia psicologica. 


Una bugia aveva messo in allarme la madre, che si era sentita dire dalla figlia di stare sempre in camera per studiare. Aprendo la cartella ha trovato la pagina di un diario segreto. «Mi ha detto che stiamo insieme. Ma ogni tanto nomina l'altra. Ma Giorgio resta sempre un vecchio. Non sto con un trentanovenne, io ne ho soli 13. Love is not game». Era confusa. La lettera si chiude con parole d'amore. Il manager col pallino della pedofilia l'aveva rassicurata. Le aveva fatto anche ricariche smartphone per godere dei nudi. Sentito un paio di anni fa ha ammesso: «Ero io quell'uomo. Ma lei mi aveva detto di avere diciotto anni». Il processo ha smentito pure quella bugia.
 

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