Roma, dall'alcol ai centurioni: ordinanze scadute (e dimenticate). E nessuno multa i vandali

Roma, dall'alcol ai centurioni: ordinanze scadute (e dimenticate). E nessuno multa i vandali
di Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco
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Sabato 7 Aprile 2018, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 09:28

A Roma esiste ancora il divieto di «far circolare galline e oche», quello di «tosare, ferrare, strigliare animali», di spaccare la legna, di «vagliare o rimondare cereali» nel centro abitato, tutti annoverati nel vecchio Regolamento comunale della polizia urbana, eredità del secondo Dopoguerra - è datato 8 novembre 1946 - ancora in vigore. Altri divieti, forse, come dire, più attuali, sopravvivono lo spazio di una stagione grazie a ordinanze precarie e incostanti nel tempo. E negli intervalli, come ora, nessuna paga. I centurioni, per esempio, da fine ottobre sono liberi di dare la caccia ai turisti accanto ai monumenti che il mondo c'invidia, con la pretesa di costose mance per un paio di selfie (su alcuni di loro indaga la Procura).
 

 


Le multe da 400 euro previste dalla vecchia ordinanza? Sparite. I bivacchi sulle fontane o sulle scalinate di pregio, che la sindaca Raggi in estate aveva promesso di mettere al bando, sono ripresi appena il divieto è scaduto, sempre il 31 ottobre scorso, e così da Trevi a piazza Venezia, si rivedono indecorosi pediluvi e molliche sbriciolate a bordo vasca. E poi eccoci, con il ritorno del sole giaguaro che sbatte sui sampietrini, i campionati di tuffo carpiato-esibizionista sono dietro l'angolo. Si rianimano anche, senza nemmeno lo spauracchio di una sanzione, le notti e gli schiamazzi della movida sregolata: anche qui divieti cessati da un pezzo. La vita va avanti che è una Grande bellezza, in attesa che venga approvato il nuovo Regolamento, che la Polizia locale ha consegnato in bozza addirittura a settembre e che aspetta solo il varo del Campidoglio pentastellato. Nel frattempo, nei primi due mesi del 2018, le multe anti-degrado sono state appena 244. Quattro al giorno.

È primavera, svegliatevi abusivi. Basta farsi un giro nel centro della Capitale per accorgersi di come la bella stagione sia anche l'inverno della ragione. Ecco, dunque che a piazza Venezia, proprio sotto le finestre sindacali di Virginia Raggi, la solita fauna in azione va incontro al proprio fatale destino di impunità. In sequenza: centurioni romani-rumeni iper molesti (vorranno salire anche loro al Colle per le consultazioni?), venditori di bottigliette d'acqua (calda) a 2 euro e, visto che ci siamo, mini-van parcheggiati in fuorigioco. Di tanto in tanto sfrecciano anche i risciò, più veloci e puntuali e freschi di tanti autobus Atac, che non passano mai. Ma come: ancora voi, ma non dovevamo vederci più?

L'altro giorno Fontana di Trevi era circondata dai finti gladiatori con le solite loriche di cartonato: un salotto di calca brulicante puntellato da elmetti e spade di gomma. Se incroci il loro sguardo sono guai. Centurioni del mondo di mezzo più che dell'Urbe appena vedono un turista, meglio se asiatico, si fanno forza così: «Andiamo a farcelo». Tre parole che dicono tutto.
A Campo de' Fiori, a Trastevere, a San Lorenzo, al Pigneto, le notti scorrono col solito chiasso alimentato da cocktail e birre, pensare che la riforma avrebbe dovuto regolare in via permanente (anche in periferia) lo smercio dell'alcol.

Il resto lo fanno i risciò acchiappa-turisti, liberi di sfrecciare per le vie del centro storico chiedendo fino a 50 euro per un giretto nel Tridentino, con tanto di attrazione buche per rendere più vivace l'esperienza: «Sono tipiche anche queste», rassicurano con fare smargiasso questi Caronte su quattro ruote. Anche loro sulla carta, quella dell'ordinanza scaduta da cinque mesi, sarebbero dovuti scomparire dallo sfondo delle foto che postiamo sui social network.
Invece, niente, in attesa della riforma che tarda ad arrivare (prima era entro il 2016, poi prima dell'estate 2017, poi entro l'anno e alla fine eccoci qua al sicuramente prima dell'estate: già ma di quale anno?) Intanto panta rei come sempre.
 

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