Pamela, quella ragazza fragile e delicata che voleva fare la criminologa

Pamela, quella ragazza fragile e delicata che voleva fare la criminologa
di Rosalba Emiliozzi
2 Minuti di Lettura
Martedì 6 Febbraio 2018, 20:06
La droga non è che un piccolo scampolo dei 18 anni di Pamela Mastropietro. E associarla agli stupefacenti è come mettere un fiore bianco in un calamaio, sporca la sua esistenza breve, getta una luce scura dove ci sono prati fatti di sogni. «Non pensate a lei come a una drogata» ha semrpe detto la nonna Giovanna Rita Bellini che, su incarico del tribunale, è amministratore di sostegno da quando Pamela è diventata maggiorene, il 23 agosto scorso.

Pamela, figlia di genitori separati che le hanno voluto un bene dell'anima, incrocia la droga un anno fa con un ragazzo che la spinge in un mondo per lei deleterio: per Pamela, già sofferente da anni di problemi psicologici, fragile e delicata, è una deflagrazione, la sua mente ne risente, i suoi comporamenti anche. La famiglia denuncia quel «ragazzo sbagliato» e Pamela, con tutte le sue fragilità, viene avviata in un percorso di recupero fatto di ospedali e comunità. Un primo ricovero, poi due centri di recupero e infine la comunità terapeutica Pars (prevenzione, assistenza, reinserimento sociale) di Corridonia, struttura convenzionata con il sistema sanitario nazionale.

Pamela ha la doppia diagnosi, dipendenza e disagio psichico e come tale va trattata. La doppia diagnosi e l'amministrazione di sostegno danno la misura del tipo di cure specifiche per lei e di una maggiore assistenza e vigilanza. Le ha avute? Secondo la famiglia, l'ha detto più volte, qualcosa nella comunità di Corridonia si è inceppato, «la sorveglianza - ha detto sempre la famiglia  di Pamela - doveva essere maggiore».

Ora nella casa romana dell'Alberone, nel quartiere San Giovanni, tanti peluche e foto a ricordarla. Voleva fare la criminologa, seguiva sempre Fox Crime. Vicino a piazza Re di Roma, la piazza dei ragazzi, il Comune di Roma ha deciso di dedicarle una targa in suo ricordo. Intanto la famiglia chiede che sia fatta luce su ogni aspetto dell'omicidio e del massacro del cadavere sezionato in 20 pezzi e ripulito con la candeggina, e sulla permanza in comunità dal 18 ottobre del 2018 al 29 gennaio scorso, quando è fuggita ed è finita in mano a diversi carnefici. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA