Roma, vigili, allarme sicurezza: di notte solo cinque auto per le emergenze

Roma, vigili, allarme sicurezza: di notte solo cinque auto per le emergenze
di Camilla Mozzetti
3 Minuti di Lettura
Martedì 14 Novembre 2017, 07:44
Difficile trovarle di giorno. Ancor più complicato scovarle di notte. Dopo le 24 in strada ci sono appena 5 pattuglie (tante quante le dita di una mano) dei vigili urbani pronte ad affrontare emergenze, come incidenti automobilisti gravi e mortali. Può bastare questo numero a garantire pronti interventi immediati? Se si confronta questo dato con l'estensione territoriale della Capitale ( 1.287,36 kmq) e la probabilità che proprio di notte e soprattutto nel weekend possano verificarsi uno o più scontri di grave entità, il servizio assicurato dalla polizia locale è marginale. La coperta è corta ed è stata resa tale anche dalla scarsità degli uomini in servizio e delle vetture disponibili. Tradotto, i nottambuli e chi fa le ore piccole per lavoro o divertimento, diversamente da Milano, devono affidarsi alla fortuna. Sperare di non restare coinvolti in un incidente mortale che, dati Istat-Aci, si verifica maggiormente nelle ore notturne, quando le strade sono più vuote e gli automobilisti corrono di più.

LA ROTAZIONE
Funziona così: ogni sera a partire dalla mezzanotte il comando generale indica le 5 vetture destinate al servizio di assistenza per gli incidenti mortali. Le pattuglie ruotano ciclicamente sui gruppi. Vale a dire, ogni comando a rotazione mette a disposizione una macchina e due uomini, a volte tre. Può succedere però che si verifichi un incidente su via Trionfale e la pattuglia più vicina si trova al Tiburtino. Nell'arrivare sul posto si impiega tempo, a volte minuti preziosi che per l'automobilista, scooterista o pedone morto valgono poco, ma sono esiziali per i possibili feriti. Insomma le pattuglie non bastano rispetto ai potenziali rischi che si annidano di notte tra le strade della Capitale. E non bastano neanche quelle che vengono impegnate sempre di notte per il controllo ordinario. Che sia la gestione del traffico di fronte a un locale, la buca che si apre, il piccolo tamponamento, le sanzioni da elevare alle vetture che intralciano le aree pedonali di Roma o l'intervento su chiamata che dovrebbe servire a rimuovere l'auto parcheggiata o su un posto disabili o di fronte a un cancello, impedendo al residente di turno di poter rincasare. Per queste incombenze la polizia locale impegna una quindicina di pattuglie. Una a Municipio. «È un numero decisamente basso spiega Stefano Giannini, segretario del Sulpl Roma ne servirebbero almeno 4 considerato il fatto che un Municipio di Roma, corrisponde in media per ampiezza a un'altra città italiana». A volerlo sintetizzare con un'immagine è un po' come se a Milano, Firenze o Bologna, girasse appena una pattuglia dei vigili urbani ogni notte per controllare che tutto vada bene.

PRESIDI AI CAMPI NOMADI
Inoltre proprio di queste 15 pattuglie, 3 vengono spedite, ogni sera, all'ingresso di altrettanti campi nomadi. Si tratta degli insediamenti rom di Via Salviati, via Salone e La Barbuta. Le vetture restano lì, fisse a controllare che non ci siano problemi. «Queste tre pattuglie conclude Giannini girano a rotazione tra i diversi Municipi, ma succede ad esempio che una notte di fronte al campo di Salviati venga spedita la pattuglia del IV Gruppo e quella del III (vale a dire del territorio più vicino ndr) è costretta poi al doppio controllo del territorio. Di quale ampiezza parliamo? Circa 147 chilometri quadrati. A tanto ammonta la somma di quartieri come Colli Aniene, Montesacro, Talenti, Tiburtino. Più o meno come l'intera Barletta. A creare questa situazione, gioco forza, la scarsità di vigili urbani in strada acuita dagli spostamenti negli uffici che molti agenti hanno richiesto negli anni per motivi di salute. Il corpo dei caschi bianchi conta 5.800 agenti ma circa il 40% lavora dietro una scrivania, mentre più di 650 vigili ha presentato un certificato medico per dimostrate l'impossibilità di lavorare in strada e, guarda caso, proprio di notte.