Roma, Raggi mercoledì da Salvini. «Rom, avanti con i rimpatri»

Roma, Raggi mercoledì da Salvini. «Rom, avanti con i rimpatri»
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 21 Luglio 2018, 10:53 - Ultimo aggiornamento: 17:04
Sotto la cortina delle polemiche, ora sulle rispettive agende istituzionali un appuntamento c’è: mercoledì prossimo Virginia Raggi è pronta a bussare al portone del Viminale. Sarà il primo faccia a faccia col ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini. Arriva dopo un pungente scambio di vedute (a distanza) sul piano rom appena varato dalla giunta pentastellata, che dopo il fiasco del “bonus affitto” ha sterzato sulla formula dei rimpatri volontari nei paesi d’origine: 3 mila euro l’anno per ogni famiglia che decide di lasciare Roma, con l’impegno a non tornare a vivere stabilmente dentro, o intorno, al Gra. I primi 14 nomadi sono rientrati in Romania due settimane fa, altri 5 hanno accettato l’offerta del Comune e saliranno sul pullman nei prossimi giorni. Nel frattempo ieri, a Craiova, cittadina a 200 chilometri da Bucarest, è volata Raggi, per seguire da vicino l’efficacia del piano e incontrare due famiglie che lì sono rincasate dopo anni di soggiorno nella baraccopoli del Camping River, che ora va smantellata in tutta fretta.
 
Salvini l’altro ieri aveva detto che sulla vicenda rom «c’è troppa confusione e ci sono troppi soldi pubblici spesi male», la sindaca ieri ha ribattuto: «Incontrerò Salvini e gli illustrerò il nostro piano di superamento dei campi rom grazie al quale risparmieremo anche soldi dell’amministrazione pubblica. Se va usata la ruspa? Vanno usate fermezza, legalità e integrazione», replica Raggi, convinta di avere mostrato che «una terza via è possibile, una via che ci indica l’Europa». Se tutti i campi chiudessero, il Campidoglio (solo allora) si alleggerirebbe di «25 milioni di euro l’anno, sostanzialmente a fondo perduto», sostiene la prima cittadina. Il sistema dei campi, aggiunge, «non produce benessere né per i cittadini romani né per i rom che vivono all’interno». 
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