In base a quanto accertato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Albero Pioletti, i due imprenditori tra il maggio del 2016 e il dicembre del 2017 avrebbero consegnato alle Asl la documentazione contraffatta per ottenere i rimborsi.
Ad allertare gli inquirenti i dirigenti di quattro diverse Aziende sanitarie locali alla luce dei documenti palesemente falsi consegnati dagli indagati. L'intervento degli inquirenti ha consentito, inoltre, di bloccare il rimborso di altri 600 mila euro che i due imprenditori avevano ottenuto. Nei loro confronti le accuse sono di falso, truffa e tentata truffa.
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