Roma, si finge tassista con la patente ritirata nel 2014: multa da 10mila euro a un romano di 43 anni

Roma, si finge tassista con la patente ritirata nel 2014: multa da 10mila euro a un romano di 43 anni
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Lunedì 16 Luglio 2018, 16:36
Sequestro dell'auto, sanzioni per oltre 10 mila euro e denuncia all'autorità giudiziaria: questo l'esito del controllo eseguito da una pattuglia della polizia locale di Roma Capitale nei confronti di un tassista abusivo, privo di patente e senza alcuna copertura assicurativa del veicolo. Sabato pomeriggio, intorno le 16, gli agenti del I Gruppo centro «ex Trevi» hanno fermato una Ford Fiesta, all'altezza di Ponte Garibaldi , incrocio via Arenula, che stava per immettersi sulla corsia riservata ai mezzi di trasporto pubblico. Alla guida un cittadino romano di 43 anni, il quale è risultato essere privo di patente di guida, poiché revocata nel 2014, nonché senza assicurazione. L'uomo, al momento del controllo, è stato sorpreso mentre stava effettuando il servizio taxi, senza alcuna licenza. A bordo alcuni clienti: una famiglia di turisti stranieri prelevata presso la stazione Termini. Per tale irregolarità, prevista un'ulteriore sanzione ai
sensi dell'art. 86 del codice della strada, che si andrà ad aggiungere a quelle di oltre 10 mila euro già elevate dagli agenti. Spetterà al Prefetto stabilire la somma che va da un minimo di 1.777 euro ed un massimo di 7.108 euro per i casi di specie.

Aspetto ancor più grave è il dato scoperto dagli operanti nel corso degli accertamenti. Infatti, il veicolo, con il quale stava svolgendo illecitamente l'attività di tassista, era già stato sottoposto a sequestro per gli stessi motivi nel 2017, a seguito di un controllo effettuato da una pattuglia del Gpit (Gruppo pronto intervento traffico) della polizia locale. Questa volta per il quarantenne romano, oltre le sanzioni previste ed il provvedimento di sequestro, è scattata la denuncia all'autorità giudiziaria per reiterazione di guida senza patente e violazione dell'obbligo di custodia, ai sensi degli articoli 334 e 335 del codice penale.
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