La testata di Spada diventa uno spot per Ostia, l'ideatore: «Sono loro amico ma su Fb. Non piace? Me ne infischio»

La testata di Spada diventa uno spot per Ostia, l'ideatore: «Sono loro amico ma su Fb. Non piace? Me ne infischio»
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 9 Agosto 2018, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 16:43

«Alla Raggi non è piaciuto? E chissene... posso dirlo? Non l'ho mai sostenuta. Poi a qualcuno piace, a qualcun altro no, anche Totò avrà fatto battute poco riuscite. Io l'ho trovata divertente», ridacchia Fabio Avaro, attore di Ostia classe 72 con partecipazioni, ricorda per chi se lo fosse perso, «nel cinepanettone Colpi di fulmine e nel film Ti sposo ma non troppo, con la Incontrada».

A molti questo spot è sembrato di cattivo gusto. Nessun rimorso?
«Ma no, anzi per me questo è tutto marketing positivo, non ho mai ricevuto così tante telefonate dai giornalisti, e accade proprio ora che sto in vacanza alle Eolie. Evidentemente se ne parla molto, questo è importante».

Come è stato ingaggiato per lo spot? C'è stato un bando pubblico? Perché proprio lei?
«Mi hanno chiamato loro, dal Municipio. Gli ho detto che l'avrei fatto a modo mio e gli ho fatto ascoltare una prima bozza. Hanno risposto che era brillante e l'abbiamo registrato».

Quanto è costato?
«Zero, non ho visto un euro».

In Municipio dicono di avere speso 700 euro.
«Per le spese di registrazione, la sala, insomma».

Non c'erano altri modi per raccontare l'estate di Ostia? Si doveva proprio ironizzare sull'aggressione da parte di un boss?
«Volevo sdrammatizzare, essere autoironico, dire che a Ostia non ci sono solo coatti e capocciate».

In tanti non hanno colto l'autoironia, magari anche chi vive nel feudo del clan...
«Lo so che a Ostia ci sono delle zone dove c'è la malavita, come in tante altre parti di Roma. Ma non è solo questo. Io con gli Spada poi non ho mai avuto rapporti».

In realtà sul suo profilo personale di Facebook qualche amicizia con gli Spada c'è.
«Ah, ma che c'entra. Sono solo amicizie virtuali, a me non piace neanche chiamarle così».

Davvero?
«Ma certo, non ho mica il tempo di controllare tutte le persone che mi chiedono l'amicizia. Le accetto perché così pubblicizzano il mio lavoro».

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