E’ la prima volta che una missione archeologica impegnata in Sudan fa un gesto del genere. L’oggetto verrà collocato permanentemente nella sala del Sudan nel palazzo della Fao. Si tratta di un sostegno per una piccola barca sacra o per altro manufatto votivo scoperto nel tempio di Abu Erteila dove la missione dell’Ismeo lavora da dieci anni. Alto circa un metro e mezzo e a forma di parallelepipedo, il monolite ospita su ciascuno dei suoi quattro lati il rilievo di una divinità femminile rappresentata nell’atto di sostenere la volta celeste. Ciascuna delle dee poggia sulla raffigurazione stilizzata di un palazzo ed è circondata da testi geroglifici egiziani contenenti formule votive in onore della famiglia reale e i nomi, inseriti nei loro cartigli, del re Natakamani, della regina Amanitore e del principe Shorkror. Personaggi coevi di Augusto, appartenenti a un periodo storico che è collocabile a cavallo tra il primo secolo a.C. e il primo secolo dell’era cristiana che si rivelò particolarmente prospero e florido per la civiltà di Meroe, una delle più importanti civiltà della Nubia antica.
Alla cerimonia interverranno Amira Daoud Gornass, ambasciatore del Sudan, il professor Adriano Rossi, presidente dell’Ismeo ed Eugenio Fantusati, direttore responsabile della missione ad Abu Erteila.
© RIPRODUZIONE RISERVATA