Il piede premuto sull’acceleratore e una velocità superiore a quella consentita poi la svolta improvvisa: «Chiara ha sterzato, è durato tutto pochi secondi». Con il pubblico ministero, Erminio Amelio, che lo ha ascoltato come persona informata dei fatti, Datan Pensa, 21 anni, ha messo in fila i ricordi di quella sera. Il ragazzo, mercoledì 19 ottobre, era a bordo della Suzuki Swift guidata da Chiara Silvestri (23 anni e un ritiro della patente già collezionato per guida in stato di ebbrezza). L’auto ha travolto e ucciso Francesco Valdiserri, il 18enne che, con un amico, stava camminando su un marciapiede della Cristoforo Colombo. E se la 23enne ai domiciliari convalidati dal gip per omicidio stradale ha detto di non ricordare nulla, Pensa che era con lei e che è risultato negativo all’alcol test e al drug-test mette in fila i pezzi. E lo fa anche al telefono. «Per me è stato molto doloroso dover ricordare quanto accaduto, ho detto tutto, mi dispiace infinitamente per quello che è successo, non trovo neanche le parole». Datan Pensa abita in una frazione di Fara Sabina, un Comune non distante da Passo Corese. Venti minuti in auto da Roma. Qui padre e figlio sono arrivati insieme qualche anno fa dalla Sicilia. «Ci abitano da un po’» dice il vicino affacciato al balcone di una palazzina che guarda la loro in cima ad una salita senza uscita, mentre il cancello in ferro della loro abitazione è chiuso da un lucchetto e il citofono è rotto. Ieri mattina entrambi sono usciti presto per andare a lavoro ma sulla cassetta delle poste, incisi su una targa in ottone ci sono i loro recapiti. Così il cellulare di Datan squilla fino a quando il ragazzo non risponde.
LA RICOSTRUZIONE
«Sono ancora molto provato - dice - mi sono reso conto di non poter far niente purtroppo, Chiara non si è distratta, è stato un problema di guida, io non ho visto il contachilometri ho capito all’ultimo quanto stava per accadere poi ho aperto lo sportello».