Roma, animali orfani dei padroni. Le associazioni: «Con noi ritrovano casa». I volontari: ereditati per legge come oggetti

Associazioni sommerse da richieste di adozioni di cani e gatti di anziani deceduti

Animali orfani dei padroni, le associazioni: «Con noi ritrovano casa». I volontari: ereditati per legge come oggetti
di Laura Bogliolo
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Lunedì 11 Marzo 2024, 22:59 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 17:07

«Nonna è morta, può aiutarmi a far adottare Fuffy? Era il suo gatto, lo amava tanto, purtroppo noi non possiamo tenerlo». La telefonata è arrivata l’altro giorno. «Ma capita spesso di ricevere richieste del genere» dice Luciana Angelini, presidente del comitato di quartiere Torpignattara che da anni si occupa di aiutare gli animali a trovare una nuova famiglia. Dieci le colonie che gestisce insieme ad altri volontari. 

IL DRAMMA

Il tema del “Dopo di me”, ossia di chi si prende cura di animali domestici alla morte della persona con cui hanno vissuto, è poco dibattuto, ma molto diffuso. «Soprattutto dopo la pandemia, con il decesso di molti anziani» dice Angelini che sul gruppo “I gatti di Torpignattara” ha appena pubblicato un post per l’adozione di Fuffy, 13 anni, da poco orfano.

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Daniela Froldi, responsabile di “Azalea” (l’“oasi” dentro l’ex ospedale Forlanini) ricorda ancora Timperio e Babet, due anziani Maine Coon, che il Comune le affidò quando morì la “padrona”. «Nessuno della famiglia li voleva - spiega Daniela - il tema è davvero una piaga». Nel bel rifugio ci sono ancora Tigre e Panda, due gattine, “ereditate” da un anziano deceduto anni fa. Nell’oasi vivono 260 gatti, 120 arrivano dal Comune, altri sono molto anziani e 40 hanno gravi problemi neurologici. «E ora che l’ex Forlanini è stato acquistato dal Vaticano siamo preoccupati per il nostro destino» conclude Froldi, 75 anni.

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«Per una settimana quel pitbull ha vissuto dentro la stanza del suo “padrone” deceduto in un incidente, i genitori del povero ragazzo non riuscivano a farlo uscire e ci hanno chiesto aiuto». Eugenio Bondi, 66 anni, è presidente dell’Associazione Italiana Protezione Animali (sezione guardie zoofile Accademia Kronos). Fa fatica a ricordare tutte le volte che ha dovuto salvare animali rimasti orfani. «Storie strazianti». Come quando quel pastore tedesco è rimasto a dormire sul letto del suo amico umano scomparso. «Portiamo loro da mangiare, cerchiamo di farli adottare, ma non è facile - dice - ci chiedono aiuto anche i centri anziani quando muore qualcuno o quando i nonnini e le nonnine devono essere ricoverati e non c’è nessuno che si prende cura dei loro animali». «Quello delle case di cura che non accettano animali domestici, così come le case famiglie che accolgono donne vittime di violenza è un tema gravissimo, una vergogna sociale» dicono Carla Rocchi presidente nazionale Enpa e Ilaria Riccitelli, a capo della sezione romana. «Siamo oberate di richieste di adozioni da parte di eredi» dicono. Nella Capitale c’è un progetto che si chiama proprio “Dopo di me”, curato da Asta (Associazione per la salute e la tutela degli animali). «In collaborazione con FederAnziani Senior Italia, abbiamo creato una rete di solidarietà, ci occupiamo di anziani soli indigenti con cani o gatti, li assistiamo in vita, poi, alla loro morte, pensiamo ai loro animali» dice Susanna Celsi, presidente di Asta. Quando il padrone è ancora in vita può esserci il cambio del chip, intestato a Celsi che è rappresentante legale di Asta. Così il cane evita di finire in canile prima dell’affidamento all’associazione. Cure gratis per Fido e Silvestro, poi appunto l’affido temporaneo ai volontari e l’impegno a far adottare gli animali. Una vera missione, tanto che Susanna ora ha sei cani. «Tra loro Lidia e Leonida, “ereditate” da una anziana deceduta» dice Celsi, che è anche responsabile della gestione dell’Oasi Felina di Porta Portese del Comune. Per legge l’animale ereditato è una cosa (“res”) «quindi l’erede non ha il dovere di prendersene cura purtroppo». Asta interviene con le persone sole. E quando arriva qualche erede? «Cerchiamo di fare un’opera di convincimento a far adottare il fedele amico di una vita del proprio parente». Il progetto prevede che gli stessi anziani siano volontari, aiutano gli animali, ma «anche loro stessi sentendosi utili e godendo della compagnia di cani e gatti». Gli anziani sono il fulcro del progetto, aiutano e segnalano situazioni critiche o chi non c’è più. 

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