In auto sulla scalinata della chiesa vicino Roma, la "bravata" finisce sui social: le indagini e le accuse. «Come nelle favelas»

Il caso a Guidonia: la targa non sarebbe riconducibile né a residenti di zona né del Lazio

In auto sulla scalinata della chiesa, la "bravata" finisce sui social
di Elena Ceravolo
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Mercoledì 17 Gennaio 2024, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 08:44

La macchina che sale sulla scalinata che porta alla chiesa della Madonna di Loreto, in pieno centro di Guidonia Montecelio, con tanto di video in notturna postato sui social come fosse normale: nemmeno la preoccupazione di coprire la targa. Migliaia di like e centinaia di condivisioni per un "gioco" non solo vietato - tra l'altro nel pieno della cittadella tutelata dalla Soprintendenza come uno dei più pregiati esempi di architettura razionalista in Italia - ma anche pericoloso, che nei giorni scorsi è stato segnalato ai vigili urbani per tutti gli approfondimenti del caso. Pubblicato tre giorni prima di Natale, mostra un fuoristrada bianco che si inerpica, "impresa" accompagnata da ironie e battute di chi assiste e filma. La scalinata è quella che parte da via Baden Powell, alle spalle del Municipio, per arrivare dopo più di 60 gradini davanti alla parrocchia.

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Un centinaio i commenti, a ruota libera: da "solo a Guidonia Montecelio certe cose ao" a "fra', quando faccio la moto giuro che salterò quei gradini in impennata" passando per "Guidonia come le favelas".

Risalire alle origini della bravata non sarà facile perché è probabile che sia stato postato un video che magari girava su altri canali. Cioè potrebbe non averlo realizzato chi lo ha messo sui social. La polizia municipale intanto, su input dei vertici del Comune a cui è arrivata una delle segnalazioni, si è messa subito in moto per le prime verifiche. Il video potrebbe essere stato girato in trasferta da altre parti d'Italia: la targa del mezzo, infatti, non sarebbe riconducibile né a residenti di zona né del Lazio. E a Guidonia Montecelio si fa sempre più pressante la richiesta di un sistema di videosorveglianza capillare in una città altrimenti incontrollabile: più di 85 chilometri quadrati attraversati da oltre 400 chilometri di strade.

 

«Sul caso in particolare stiamo cercando di individuare i responsabili - spiega il sindaco Mauro Lombardo -. Mentre a breve saranno attivati in città 100 nuovi occhi elettronici. Trenta tra telecamere e fototrappole per il contrasto ai reati ambientali con fondi Città Metropolitana. Altre 32 più 16 pali, per cui è già stato affidato l'incarico, grazie ad un finanziamento della Regione. In più ci sono circa 400 mila euro di fondi comunali da investire in questo, provenienti dalla Tari. Una rete che dovrà essere sempre implementabile, di anno in anno». 

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