Roma, botte e morsi alla ex: “Samurai” a processo. L’uomo era già stato arrestato per una rapina

L’imputato, 23 anni, si fa chiamare come uno dei protagonisti di “Suburra”

Botte e morsi alla ex: “Samurai” a processo. L’uomo era già stato arrestato per una rapina
di Giulio Pinco Caracciolo
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Mercoledì 14 Febbraio 2024, 23:03 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 14:50

Ha aggredito la ex compagna picchiandola e arrivando addirittura a morderle la faccia e a colpirla con violenti calci sulla schiena. Ora, per Stoica Ionel Alin, 23enne romeno conosciuto negli ambienti della malavita capitolina con il soprannome di “Samurai” come l’omonimo protagonista della serie di successo “Suburra”, già finito nei guai per una rapina, si apre una nuova grana giudiziaria. Ieri mattina a piazzale Clodio è stato disposto per lui il rinvio a giudizio con l’accusa di maltrattamenti nei confronti della giovane, che all’epoca aveva 22 anni. Percosse e ingiurie reiterate durante due anni di convivenza infernale, secondo gli inquirenti. «Calci e morsi in viso e sulla schiena», si legge nel capo d’imputazione. I fatti vanno dal 2019 al 2021. In un’occasione in particolare Stoica procura alla ex «dolore e gonfiore al polso per il quale la donna non fa ricorso a cure mediche nonostante tema una frattura».

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GLI INSULTI

Non solo le botte.

Abitualmente l’imputato mortifica la compagna con insulti e pesanti umiliazioni, del tipo: «Mi fai schifo come donna». Il clima di tensione vissuto in quella casa emerge dalle carte e, per la Procura, avrebbe provocato nella donna «uno stato di prostrazione e pesante assoggettamento». Eppure è proprio insieme a lei che Stoica viene fermato alla frontiera a novembre 2021 intento a fuggire verso la Romania dopo essere evaso dagli arresti domiciliari dalla sua abitazione di Acilia dove sta scontando la pena per una rapina a mano armata avvenuta nel 2020. È il 23 ottobre 2021 quando la madre della compagna di “Samurai” denuncia alla polizia la scomparsa della figlia. Un controllo nell’abitazione dove la coppia convive fa inizialmente temere un rapimento. Gli agenti inoltrano la segnalazione agli uffici di Polizia del Nord Italia e verso i varchi di frontiera. Manca l’auto della giovane e il timore di una fuga verso il Paese di origine di lui comincia a diventare una certezza. Cinque giorni, dopo la svolta. Alle porte di Verona, nel piccolo comune di Malcesine, i carabinieri intercettano la vettura e iniziano a seguirla. Ma il pedinamento dei militari dura poco. Stoica si accorge della presenza della volante e dà il via a un rocambolesco, quanto pericoloso, inseguimento. “Samurai” schiaccia il piede sull’acceleratore, sperona i militari e percorre chilometri di strada sulla Gardesana, piombando contro un muro della provinciale. A bordo anche la ex compagna e un altro pregiudicato 26enne di Pomezia. L’impatto è devastante, ma il romeno scende dal mezzo per continuare la fuga a piedi. Poche ore dopo viene rintracciato in un ristorante di Malcesine, tradito da un tatuaggio molto riconoscibile sul braccio destro. Bloccato e arrestato dai militari, confessa l’intenzione di raggiungere la Romania passando dalla frontiera. Il personale del X Distretto notifica quindi a Stoica l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Una lunga lista di reati, quella a carico dell’imputato, che va dalla rapina alla resistenza a pubblico ufficiale. Ieri si è aggiunta anche la richiesta di rinvio a giudizio per i maltrattamenti nei confronti della donna.

LE MINACCE

Dalle carte emerge un episodio in particolare da approfondire per chiarire se, all’epoca, la decisione della donna di seguire Stoica sia stata presa in totale libertà, oppure per paura di eventuali gravi conseguenze. Il 22 ottobre 2021 infatti, ovvero solo due giorni prima del tentativo di fuga verso la Romania, Stoica «minaccia di buttarsi dal balcone e di volersi suicidare – si legge nel capo d’imputazione – accusando la vittima di essere la causa del suo malessere e tentando di convincerla a rientrare in casa, per poi inseguirla all’interno dell’abitazione brandendo un coltello». Quarantotto ore dopo, il rocambolesco inseguimento a bordo dell’auto della ragazza.

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