Tariffe gonfiate e nessuna gara d'appalto: per più di 15 anni la gestione dei canili pubblici di Roma, da Porta Portese alla Muratella, passando per Ponte Marconi e Vitinia, è stata affidata solo a due onlus che, oltretutto, sono state pagate dal Campidoglio molto di più rispetto a quanto sarebbe stato regolare. La cifra sprecata, calcolata dalla Corte dei conti, è mastodontica: 27.378.525 euro.
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Somma che i magistrati hanno chiesto indietro a 9 ex dirigenti capitolini che si sono avvicendati alla guida del dipartimento Politiche ambientali e diritti degli animali, prorogando gli affidamenti senza bandire gare.
Le due onlus che sarebbero state favorite sono la Avcpp (Associazione Volontari Canile Porta Portese) e L'Impronta. Dalle indagini è emerso che la tariffa giornaliera pagata dal Comune per 15 anni per ciascun cane accolto è stata di 12,80 euro, nel caso della prima onlus, e 6 euro nel caso della seconda. Importi «palesemente eccessivi», si legge nell'atto di citazione. II Ministero della Salute aveva infatti stabilito che «sarebbe risultato congruo un corrispettivo tra 3,50 e 4,50 euro». Addirittura, da un'indagine fatta dallo stesso dipartimento Ambiente nel 2014 - 14 anni dopo il primo affidamento - emerge che «il corrispettivo congruo dovesse essere pari a 4,30 euro». Tra il 2001 e il 2015, in sintesi, il Comune ha pagato all'Avcpp 52.173.454 euro e a L'Impronta 2.273.152 euro. La maggiorazione sarebbe stata, rispettivamente, del 197,67% e del 39,50%. Solo per fare un esempio: la gestione del canile di via Portuense è stata affidata all'Avcpp nel 2001 e si sono succedute 56 proroghe con «costi esorbitanti»: circa 335mila euro al mese.