Negli studi medici tornano a squillare i telefoni, aumentano i casi di febbre e covid. Il fenomeno coinvolge e preoccupa soprattutto le persone anziane e fragili, anche perché una volta che il covid-19 è stato inconsciamente e velocemente derubricato a "normale influenza" «è saltata completamente la tracciatura, e questo ci preoccupa. Come pure le ricadute legate all'inizio delle scuole», spiega Pierluigi Bartoletti segretario della Fimmg di Roma e provincia e coordinatore delle Uscar. «Al ritorno dalle vacanze i casi di covid sono in aumento, lo stiamo registrando quotidianamente, con almeno tre o quattro positivi al tampone al giorno. Per fortuna non c'è alcuna ricaduta negli ospedali per ora. Ci preoccupa perché resta una patologia che potrebbe impattare sul sistema sanitario, e mettere a rischio la vita di fragili e anziani. Dal punto di vista sanitario siamo con le antenne dritte, ci stiamo attrezzando per le vaccinazioni, ora stiamo comprando tamponi e mascherine». Un settembre in salita, mese in cui storicamente aumentano le patologie. «La novità è che il covid non è tracciato, i tamponi fai da te ci sfuggono. Insomma il problema sono i bambini che poi vedono i nonni». La patologia si diffonde facilmente e i mocciosi di ogni ordine e grado stanno per tornare in classe nella più completa deregulation.
Ma sono oltre 1.500 i casi positivi nell'ultima settimana. E il Lazio è in cima alla classifica delle regioni con più malati. Da qui la corsa alle vaccinazioni in programma da ottobre. Come pure è ripartita la vendita di tamponi e di mascherine. Preoccupa la nuova variante, «come pure la partenza delle scuole, essendo saltato l'isolamento come il sistema di tracciatura. Non vorremmo trovarci tra 2 mesi con le file nei Pronto soccorso per polmonite interstiziale». Il professor Roberto Cauda, infettivologo del Policlinico Gemelli di Roma conferma: «Il virus continua a circolare, si fanno più tamponi e questo può rappresentare un problema per gli immunodepressi, che devono assolutamente vaccinarsi e essere comunque preservati. Chiaro che l'emergenza è passata, è prematuro mettere in piedi misure restrittive. Ma il virus non è magicamente scomparso. Nelle scuole anche, grande attenzione. I giovani non presentano forme gravi, ma gli anziani sì. Ecco, vedo più un pericolo per i nonni. Dunque, i professori, se hanno 70 anni come il sottoscritto si facciano la vaccinazione».
Seppure gli anni di pandemia ci abbiano lasciato impressa qualche buona regola in merito a igiene e distanze, sicuramente la ripartenza, con alunni in classi pollaio, scarsa areazione, malanni di stagione non è da sottovalutare.