Fabrizio Capogna, il nuovo pentito della malavita romana svela: «Ecco torture e leggi dello spaccio»

Ha raccontato gli equilibri delle piazze dello spaccio, i dissidi tra gruppi criminali. Le regole con partite di droga per centinaia di migliaia di euro non pagate, per vendicare «Lo scavalco»

Fabrizio Capogna, il nuovo pentito della malavita romana svela: «Ecco torture e leggi dello spaccio»
di Valentina Errante
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Giovedì 30 Novembre 2023, 07:21

«Ho visto il video che gli infilavano tipo gli spilli, gli aghi dentro le unghie, lo stavano a torturando». Ha riempito pagine e pagine di verbali "Squalo" o "il sindaco", al secolo Fabrizio Capogna, nuovo "pentito" della criminalità romana, che adesso potrebbe contribuire a fare luce su casi ancora irrisolti. Ha raccontato gli equilibri delle piazze dello spaccio, i dissidi tra gruppi criminali. Le regole con partite di droga per centinaia di migliaia di euro non pagate, per vendicare «Lo scavalco». Ossia, ha spiegato, rivolgersi direttamente al fornitore saltando i normali canali di distribuzione della merce. Poi come dal carcere si può continuare a lavorare: «Le guardie arrivano alle otto. Io il telefono lo prendevo tre, quattro ore al giorno. Perché ci sta gente che magari non si può compra' le sigarette, non può fare la spesa e io gli compravo le sigarette, gli facevo un po' di spesa e mi tenevano il cellulare».

IL VIDEO

Ma, soprattutto, ha raccontato di avere visto il video delle torture, seguite al sequestro, di Gualtiero Giombini, l'uomo che custodiva 107 chili di cocaina per conto di Leandro Bennato e al quale la droga viene rubata da Cristian Isopo e dalle due rom Autilia Bevilacqua e Autilia Romano, in accordo con l'ex carabiniere Rosario Morabito, tutti a processo.

Per il sequestro di Giombini, al quale è seguita la morte, siedono sul banco degli imputati Bennato ed Elias Mancinelli. E agli atti del processo è stato depositato uno dei verbali di Capogna. Pieno di omissis. Il 15 novembre "Squalo", coinvolto in diverse inchieste, viene sentito dai pm Giovanni Musarò e Francesco Cascini, insieme al tenente colonnello Dario Ferrara: «Quando ero latitante in Spagna, nel 2022, ogni 15 giorni ci vedevamo con Antonio Gala per fare i conti di quello che avevamo fatto, però, se non ricordo male, me lo fece vedere sul telefono suo. Tant'è vero che io gli dissi: "Antò, non mi fa vede' sti video perché mi danno fastidio. Non mi piacciono ste cose" e mi ha detto: "Guarda, biondo (Bennato ndr). L'uomo del video, racconta Squalo, «C'aveva lo scotch in bocca e stava su una sedia e gli mettevano gli spilli dentro le unghie e lui strillava, si lamentava, però non poteva gridare forte perché era imbavagliato e si lamentava, ma io ho visto poco. Era un signore grande». Poi ho visto pure la conversazione perché dopo mi ha fatto vede' dice: "mo l'ammazzo perché mi hanno rubato l07 chili di cocaina. A me mi devono dire chi ce l'ha sennò me fanno ammazzà pure a me. Mi hanno messo in una condizione sbagliata».

LE PIAZZE DELLO SPACCIO

Capogna racconta di avere conosciuto Bennato in una clinica per tossicodipendenti, poi di averlo ritrovato a Rebibbia. «Ci siamo incontrati per strada perché frequentavamo su per giù gli stessi posti. Lui frequentava il bar "la coltellata" a San Basilio. È una piazza di spaccio... Lui è di Montespaccato, Primavalle...frequentava San Basilio perché era amico di Emanuele Selva, detto il "Fagocero". Lì dentro ci siamo scambiati il contatto».

L'ALLEANZA

«Mi comincia a scrivere: "che fai, che non fai? C'hai la droga? Che stampo c'hai? A che prezzi stai?» e più di una volta l'ho servito. Poi col tempo i rapporti sono incominciati a incrinarsi perché vengo a sapere che esce Giuseppe Molisso dal carcere e loro cominciano a stare spesso insieme, cioè fanno una società - racconta - Facendo una società, Bennato comincia ad essere insistente: "Compra la droga da noi. Perché non la compri da noi?" e io gli ho detto: "perché la pago di meno" e lui mi fa: "Perché preferisci fa' mangià gli albanesi che fà mangià a noi?". E io gli ho detto: "non è che preferisco fa' mangià gli albanesi che a te, è soltanto che tu sai bene che se io la pago 25 e tu me metti 26 io c'ho un volume alto di vendita e risparmio un sacco di soldi". Finché un giorno, mi contatta un gruppo di albanesi, Aldo e Renato. Mi contattano questi albanesi e stesso modus operandi: "comprala da noi. Perché non la compri da noi? Noi ti favoriamo. Ti diamo tempo", gli dico: "guarda, io sto bene dove sto"». E spiega: «All'inizio quando ho fatto la collaborazione con Lolli io la pagavo 32 a Montespaccato e Lolli me la metteva a 27. Poi, dottore, i prezzi salgono e scendono in base al periodo. Adesso finché stavo libero io stava a 22».

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