Paolo Seganti, 18 anni fa l’omicidio (irrisolto) del giovane vittima dell'omofobia. Al Parco delle Valli il ricordo

Il 38 enne è stato ucciso la notte tra l’11 e il 12 Luglio del 2005 mentre andava ad annaffiare alcune piante in quello che ad oggi è conosciuto come il pratone

Paolo Seganti, 18 anni fa l’omicidio (irrisolto) del giovane vittima dell'omofobia. Al Parco delle Valli il ricordo
di Alessia Perreca
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Mercoledì 12 Luglio 2023, 17:39 - Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 07:36

Il volto sereno. Lo sguardo sorridente. Quegli occhi che non avevano paura di nulla. Nemmeno dei giudizi altrui di fronte alla presa di coscienza circa la sua omosessualità. Paolo Seganti aveva 38 anni quando qualcuno ha deciso di mettere fine alla sua vita: fatta di sogni, di futuro e di progetti. Interrotti bruscamente dalla mano assassina di chi ha infierito oltre venti coltellate al basso ventre, ai glutei e all’inguine. Sul corpo di Paolo - ritrovato nella mattinata del 12 Luglio del 2005 - c’erano profonde ferite. Segni di odio e violenza feroci e senza alcun apparente movente. A ritrovare Paolo in una pozza di sangue, la mattina seguente l’omicidio, una donna uscita per portare a spasso il suo cane al Parco delle Valli, a Conca d’Oro, nel territorio di Montesacro. Proprio lì, in quel pratone, all’epoca abbandonato, oggi attrezzato e dove giocano tantissimi bambini.

L’OMICIDIO

E’ una calda serata estiva quella di domenica 11 luglio 2005. Paolo esce di casa per andare ad annaffiare le piante all’interno del Parco delle Valli. Il saluto alla sua mamma e poi in sella sul suo scooter dove lascerà documenti e telefono cellulare. E’ buio fitto nel parco. Ad un tratto i suoi assassini sbucano dal nulla. Paolo urla forte, qualcuno avverte la sua sofferenza e allerta le forze dell’ordine che arrivano in pochi minuti. Iniziano a perlustrare l’area, ma non trovano nulla.

La scoperta arriva la mattina successiva: una donna trova il corpo di Paolo massacrato e con diverse ferite. La zona viene battuta in ogni punto e vengono rinvenuti un bastone ed un coltello. Le armi del delitto, con ogni probabilità. «Ma perché tanta ferocia»?, si domandano tutti, dalla famiglia agli inquirenti che si concentrano sulla pista della violenza omofoba. Le indagini proseguono mentre alcuni testimoni diranno di aver visto due giovani allontanarsi. Ad oggi, però, la morte di Paolo Seganti è ( ancora) avvolta nel mistero. Restano il dolore degli amici e tanti interrogativi. E gli assassini. Senza un nome e nemmeno un volto. 

IL RICORDO

A 18 anni dall’omicidio, nel pomeriggio di ieri, gli amici di Paolo Seganti insieme a diversi esponenti comunali e dell’amministrazione municipale si sono riuniti al Parco delle Valli attorno alla targa dedicata al giovane dove sono stati deposti fiori per ricordarlo. «Ricordare Paolo Seganti a 18 anni dalla sua barbara uccisione è un dovere civico ancora prima che istituzionale», ha commentato al Messaggero il Presidente del Municipio III Paolo Marchionne. «Per la sua generosità verso il bene comune quando era in vita, purtroppo per la sua tragica fine, ancora senza giustizia e segnata dall’omofobia».

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