Un possibile depistaggio studiato per smarcarsi dai familiari di Fabrizio Piscitelli accreditandosi agli occhi di altri due boss da novanta: Enrico Bennato e Giuseppe Molisso. È quanto avrebbe provato a fare Elvis Demce, l'albanese che ha scalato la criminalità romana e che pure era in ottimi rapporti con il capo ultrà. Alla moglie del Diablo dirà che a tradirlo è stato il suo braccio destro, Fabrizio Fabietti. E di questo ne farà vanto con Molisso. Megalomane fantasioso o abile dissimulatore? Chi non ha padrone usa l'arma dell'opportunità al fine di trarre un beneficio personale. E quando una parte del gruppo con cui si facevano affari d'oro (e si andava pure allo stadio insieme) finisce ammazzato su una panchina o in galera, tocca blindare i rapporti con quelli che ancora stanno in piedi e lontano dalle sbarre. Per portare avanti i propri interessi evitando problemi e oliando - nel caso specifico poteva senz'altro tornare utile - quella vendetta che si andava cercando per le strade di Roma; in mezzo a quel groviglio di criminalità che, alla fine, non è tanto intricato. È questa una delle ipotesi che emerge dalle carte dell'indagine del Nucleo investigativo dei carabinieri con seguente arresto di Giuseppe Molisso per l'omicidio di Selavdi Shehaj a Torvaianica.
Quando Fabrizio Piscitelli è ormai morto e il suo braccio destro Fabietti è in carcere, Demce, prova a legarsi ancora di più all'asse Bennato-Molisso che potrebbe riservare a breve non poche sorprese.
IL TRADIMENTO
Demce, che con Piscitelli aveva un rapporto più che consolidato, dopo la sua morte parla con la moglie e una delle figlie e il 28 aprile 2020, nel pieno delle ricerche dei due albanesi che avevano provato ad ammazzare all'uscita del Gra di Boccea Leandro Bennato, informa Molisso di aver incontrato i familiari del Diablo e di aver detto loro di essere convinto che a tradirlo sia stato Fabietti, definito un infame. Perché Demce lo fa? Davvero è convito che Fabietti abbia tradito Piscitelli? Anche se fosse, ed è poco probabile da credere, a Fabietti gli si dovrebbe riconoscere l'abilità di essersi speso poi per cercare di vendicarlo. Magari invece per Demce è solo una mera opportunità: distogliere la famiglia del Diablo da alcuni sospetti, affrancarsi da loro ed accreditarsi agli occhi di altri. Sempre in quell'occasione i due convenivano infatti sulla necessità di sistemare quelli che avevano provato ad ammazzare Leandro Bennato e che, all'epoca, non avevano ancora un volto e un nome. Le ricerche, prima di quel settembre 2020, quando Shehaj fu ucciso a Torvaianica, proseguirono con costanza e a casa di Demce, il 25 maggio 2020, tra le 14.03 e le 16.13 si svolge un incontro necessario a fare il punto sulle ricerche. Molisso non è presente ma riceve un messaggio da Demce con il quale l'uomo lo informava di dovergli dare una bella notizia: forse il cerchio sui ricercati si apprestava ad essere chiuso. Alla fine il piano va a dama ed Enrico Bennato intercettato al telefono dirà: «è morto pure quello, (Fabrizio Piscitelli ndr) a sede su a panchina stava, a fumà a sigaretta, ha preso na revolverata qua dietro...e uno! E n'altri due de quelli là, quelli che hanno sparato...vabbè...sò morti quelli che hanno sparato a Leandro».