Prime file di acquirenti davanti alle pescherie del centro storico di Fiumicino dove il prezzo del pesce è veramente “salato”. I romani comunque non hanno rinunciato al classico cenone di Natale e domani si prevede il tutto esaurito davanti alle rivendite della cittadina marinara. La crisi economica e la pandemia non hanno dunque frenato l’esodo sulla riva del Tirreno dove nel pomeriggio la locale flotta peschereccia renderà disponile alla vendita un grosso quantitativo. «Abbiamo stimato che l’orario di lavoro prolungato dei 25 motopesca in mare – precisa Gennaro Del Prete, presidente dalla cooperativa Pesca Romana – porterà sul mercato locale circa 150 quintali di qualità diverse per rispondere alla richiesta degli acquirenti romani che non rinunceranno al tradizionale menù di Natale». La speranza è che i listini registrino un taglio perché il costo di alcuni tipi di pescato è alle stelle.
«La causa principale della crescita dei prezzi, la cui impennata oscillano attorno al 20 per cento, è legato all’aumento del carburante sia i motopesca che i trasportatori – sottolinea Fabio Romani della rivendita all’ingrosso “Ciroma” -. Onestamente poteva andare peggio perché le buone condizioni meteo-marine hanno permesso alla flottiglia di Fiumicino di gettare regolarmente le reti a strascico». Sui banchi delle oltre 10 pescherie di Fiumicino e Isola Sacra, il costo di frittura e zuppa è di 10-15 euro al chilo; calamari, sogliole e dentici 20-25; alici 9-12, merluzzi e saraghi 18-21; triglie 8-12; pannocchie 10-15; gamberi 15-20; rombi 25-30; totani e seppie 15-20; maccarelli 8-12; moscardini e polpi 18-22, spigole, orate e scampi 35-40; mazzancolle 40-45 e la ricciola 30-35.