Tant’è. Il metodo eco-friendly voluto dai 5 Stelle è operativo dall’altro ieri. Le ditte arruolate dall’amministrazione si stanno concentrando nell’area del Lungotevere, all’altezza di Ponte Garibaldi, e a viale Jonio, quartiere Montesacro. Poi, a mano a mano, si sposteranno negli altri quartieri in sofferenza. Al posto dei classici dissuasori acustici, che fanno spostare gli storni col rumore, stavolta come detto si è scelto il laser. Funziona così: il fascio di luce viene puntato sulle cime degli alberi prima che i passeri si mettano in posa per dormire, all’ora del tramonto, e spinge gli uccelli ad allontanarsi. La tecnica è stata già sperimentata a Firenze, con risultati non sempre giudicati positivamente, per esempio a Gavinana, sulla sponda sinistra dell’Arno: alcuni residenti si sono lamentati, sostenendo che il nuovo approccio non funziona granché.
A Roma si vedrà. «Tra qualche giorno sapremo se questo nuovo metodo voluto dalla giunta Raggi porterà risultati oppure se sarebbe stato meglio intervenire con i soliti dissuasori acustici», commenta Anna Vincenzoni, assessore alle Politiche dell’Ambiente e della Mobilità del I Municipio. Di sicuro, aggiunge, «la situazione in diverse aree del Centro storico è ormai insostenibile e rappresenta un pericolo per la sicurezza di automobilisti e motociclisti: soprattutto quando piove, strade e marciapiedi diventano uno scivolo. Il piano doveva partire prima, dall’inizio di novembre, invece il Campidoglio si muove soltanto ora».
L’obiettivo è evitare che gli storni nidifichino qui.
Perché questo prolungherebbe la loro permanenza nella Capitale, con le spiacevoli conseguenze di cui sopra. Spiega Antonino Zavaglia, presidente del Gruppo Ornitologico Romano: «In generale, il fenomeno degli storni nelle grandi città come Roma riguarda soprattutto il mese di novembre e dicembre. Dai primi di gennaio, di norma, questo tipo di uccelli migra altrove, spesso verso la campagna o paesi con un clima più mite, anche se dipende dal meteo e dalle temperature». Insomma, concorda l’esperto, «gli interventi di dissuasione sono partiti in ritardo, anche se l’operazione potrebbe ancora essere utile per evitare che gli storni facciano il nido in città». Come a dire: meglio tardi che mai. Quanto all’efficacia della tecnica del laser, il Gruppo Ornitologico Romano non si sbilancia: «Saranno i risultati a parlare. Di sicuro questo fenomeno è in espansione, la caccia agli storni è vietata e gli esemplari aumentano a vista d’occhio. Per questo servono strategie ben programmate».
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