Non ci sono solo i danni che, ora, la presidenza dovrà ancora quantificare. Nell'occupazione del liceo Morgagni di Roma, che la polizia ha interrotto con un blitz sabato scorso, infatti, spunta fuori anche un caso di Covid, il primo in una esperienza di questo tipo. Si tratta di una studentessa che, secondo quanto ha riferito il collettivo, «era stata presente alcune ore all'occupazione». «Alla conferma di avvenuto contagio della ragazza continuano gli studenti autori della protesta stavamo provvedendo ad avvertire tutti coloro che erano entrati in contatto con lei e a trasmettere tutti i dati necessari alle autorità sanitarie competenti». Per i ragazzi, il contagio è stato un pretesto usato dalla polizia e della dirigente per sgomberarli. «Lo sgombero forzato attaccano è un atto politico». Il problema, adesso, è capire quanti e quali ragazzi siano entrati in contatto con la studentessa positiva e, soprattutto, se si debba parlare di un cluster da occupazione. Quel che è certo, è che la protesta, durata 5 giorni, si è tradotta in una serie di danni alla scuola di Monteverde.
DANNI NELLA SCUOLA
«Si dovrà ora procedere alla sanificazione di tutti gli ambienti scolastici e al ripristino e alla pulizia degli stessi, che sono stati lasciati in stato di totale abbandono da parte degli occupanti.
Ieri pomeriggio, è stata convocata una assemblea pubblica, alla quale hanno preso parte altre scuole della capitale, per definire le modalità di protesta, a fronte di quello che viene definito un atto repressivo grave: «Nonostante la trattativa con la Digos e la preside - sottolineano gli alunni - la polizia si ha dato pochi minuti di tempo per liberare la scuola, scatenando inutilmente un comprensibile panico tra gli studenti, in particolare quelli più piccoli». Non sono escluse, nelle prossime settimane, nuove iniziativa di protesta, che coinvolgano anche altre scuole.