Rifiuti Roma, sequestrato dalla Procura il Tmb Ama di Rocca Cencia

Il Tmb di Rocca Cencia di Ama
di Francesco Pacifico e Giuseppe Scarpa
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Lunedì 13 Luglio 2020, 12:16 - Ultimo aggiornamento: 20:38

La procura di Roma ha sequestrato in maniera cautelativa il Tmb di Rocca Cencia di Ama, l'impianto con il quale la municipalizzata dei rifiuti capitolini stabilizza i rifiuti indifferenziati. L'intervento riguarda la parte dell'impianto che si occupa di stabilizzazione del rifiuto. È stato nominato come amministratore giudiziario Luigi Palumbo, che ricopre lo stesso ruolo per la Colari.

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L'atto è stato firmato dai pm Carlo Villani e Luigia Spinelli. A quanto si sa, sarebbero indagati manager attuali di Ama o andati in pensione come Massimo Bagatti (ex direttore operativo ora all'ufficio studi), Stefano Bina (ex direttore generale), Marco Casonato (direttore operativo) , Emanuele Lategano (responsabile impiantistica), Riccardo Stracqualursi (responsabile del sito di Rocca Cencia) e Pietro Zotti (ex responsabile degli impianti). Tutto parte da un'inchiesta aperta lo scorso anno dalla Procura di Roma dopo esposti dei residenti sulle esalazioni prodotte dal trattamento dei rifiuti.

 

 

I sei manager sono indagati, in concorso di reato, per «attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione», come previsto dall'articolo 256 del codice ambientale. Secondo i magistrati capitolini, avrebbero anche non rispettato le condizioni stabilite dall'Aia (autorizzazione di impatto ambientale), «effettuando una produzione di rifiuti difforme alle quantità riportate nella predetta Aia e nelle specifiche BAT (Best Available Techniques), non stabilizzando
Stando alle relazione dei periti, il Tmb di Rocca Cencia è difettoso. La qualità del rifiuto prodotta da questa struttura è troppo spesso al di sotto degli standard di legge. Un risultato che è figlio di un impianto che in generale lavora male. A questa conclusione sono arrivati i tecnici incaricati dalla Procura. Consulenti che, nei giorni scorsi, hanno depositato la loro relazione sulla scrivania dei magistrati titolari del fascicolo. Pm che adesso valutano di modificare il titolo di reato in attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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Il rapporto punta il dito contro l'intera struttura, mettendo in discussione l'efficace funzionamento di tutta la macchina. Insomma si tratta di una perizia estremamente pesante che certifica, una volta di più, lo stato in cui versa il sistema del trattamento dei rifiuti nella Capitale gestito dall'Ama, l'azienda municipalizzata del comune di Roma. Il Tmb in via Salaria è infatti chiuso, dal settembre del 2019, mentre quello di Rocca Cencia (sono entrambi di proprietà dell'Ama) è mal funzionante. Si tratta perciò di un intero modello vicino al collasso, che impone estrema prudenza nella gestione di questo fascicolo da parte degli inquirenti.

Non a caso nell'ordinanza si legge anche che «
la linea di stabilizzazione biologica costituisce un passaggio inutile per i rifiuti in quanto di fatto il rifiuto non è trattato, costituendo un pericolo in quanto foriero di equivoci sulle caratteristiche del rifiuto in uscita che, se identificato con Cer 190503 dovrebbe essere avviato o verso discariche per rifiuti speciali non pericolose autorizzate a ricevere rifiuti caratterizzati da valori DOC superiori ai limiti» stabiliti per legge, oppure «verso impianti di biostabilizzazione, mentre laddove ciò non accada viene compromessa tutta la filiera di smaltimento». 

Per Ama questo sequestro potrebbe essere un duro colpo, visto che dopo l'incendio che ha coinvolto il Tmb Salario, quello di Rocca Cencia è l'unico impianto di proprietà di via Calderon de La Barca a fare il trattamento meccanico-biologico per la separazione della frazione umida da quella secca, indispensabile per riciclare parte dei rifiuti o trasformarla in Cdr (combustibile derivato dai rifiuti), che infine produce energia.

In queste ore Ama sta provando a capire quale effetti avrà questo provvedimento sul ciclo produttivo dell'impianto, che ogni anno tratta 234mila tonnellate di rifiuti indifferenziati. Dopo che i carabinieri hanno notificato l'atto, tutte le lavorazioni sul sito sono state fermate, ma potrebbero ripendere in giornata.

Se dovesse chiudere il Tmb, Roma tornerebbe in una pericolosa emergenza rifiuti. A quando pare la nomina di un "custode" per la parte dell'impianto che si occupa di stabilizzazione del rifiuto fa immaginare che la Procura voglia risolvere le criticità in questo pezzi di filiera e far funzionare meglio il processo di trasformazione dei materiali.


Intanto Ama fa sapere che «l’impianto TMB di Rocca Cencia è operativo e regolarmente funzionante. Il decreto di sequestro preventivo disposto dalla Procura di Roma riguarda, infatti, esclusivamente il bacino di stabilizzazione aerobica, per il quale vengono disposti interventi di adeguamento tecnico».

Per quanto riguarda i rilievi della Procura l'azienda precisa: «Dal primo febbraio 2020, AMA S.p.A. ha puntualmente iniziato a svolgere le previste e necessarie attività di manutenzione sull’intero impianto di TMB di Rocca Cencia e sta tuttora portando avanti i lavori, avendo comunque dovuto affrontare, come tutti, dal 9 marzo al 4 giugno 2 mesi di lockdown e 1 mese di “fase 2”, nei quali i fornitori, ovviamente, sono stati impossibilitati ad operare». 

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