La schiena spezzata per raccogliere olive e arance, gli occhi al cielo sperando che il meteo non sia nemico e non distrugga il raccolto. Poi il viaggio dalla Sicilia a Roma Sud per rivendere i propri prodotti a bordo di un furgone. È la vita, da 26 anni, di una famiglia di Ribera, in provincia di Agrigento. "Produttore da due generazioni di olio extravergine d'oliva varietà Biancolilla e arance Washington Navel", è scritto sulla pagina Facebook dell'azienda agricola Giacobbe. Una storia lunga decenni che nella Capitale rischia di trovare un triste epilogo. «Il lavoro di una stagione, nonostante le difficoltà, la grandine che ha distrutto gran parte dei raccolti...». Sono disperati Gioacchino Giacobbe, la moglie Maria Giovanna e la figlia Giorgia. Domenica avevano parcheggiato il furgone con cui fanno le consegne a privati davanti a un centro commerciale in via Mantegna, a Fiumicino. «Dovevamo comprare un forno, ci siamo fermati per circa mezz'ora». In quei pochi minuti il mezzo ha subito un raid: finestrino rotto, sportello manomesso e danneggiato. E merce rubata. «Abbiamo subito un danno di circa 5mila euro: hanno rubato arance, oltre 50 latte di olio del valore di 60 euro ognuna, soldi in contanti, un cellulare e i documenti con l'autorizzazione dell'Asl per vendere i prodotti».
LA DENUNCIA
Una disavventura che la famiglia definisce «disastrosa».
L'APPELLO
Da lunedì, sono stati raccolti già oltre 3 mila euro. Le offerte sono arrivate da tutta Italia. «Sono davvero commossa per questa solidarietà, non me l'aspettavo» dice mamma Maria Giovanna. "Da siciliano posso perfettamente comprendere i sacrifici fatti dai genitori, a voi il mio sostegno" ha scritto Vito che ha donato 150 euro. "Questo è il lato bello dell'Italia, aiutiamo chi realmente ha bisogno e si spacca la schiena tutto il giorno" il commento di Bruno che ha inviato 5 euro. "Tante piccole gocce formano un oceano. In bocca al lupo per l'attività" scrive Matteo nell'offrire altri 5 euro. Arance del valore di 400 euro sparite in pochi minuti dal furgone devastato nel parcheggio, ma anche cassette di clementine e mandarini. Poi quelle latte di olio così prezioso. «Temiamo che i ladri possano rivendersele e non è giusto: abbiamo faticato tantissimo per arrivare a produrlo». Quindi l'appello: «Se qualcuno dovesse provare a rivendervi l'olio con la nostra etichetta, avvertite le forze dell'ordine perché si tratta di merce rubata: insomma sono i nostri prodotti realizzati con mesi di duro lavoro e tante spese».laura.bogliolo@ilmessaggero.it