Quella chiesa del più ricco al mondo, dietro a piazza Navona

Quella chiesa del più ricco al mondo, dietro a piazza Navona
di Fabio Isman
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Domenica 25 Febbraio 2018, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 19:53
In via dell'Anima, dietro a piazza Navona, da sempre c'è «l'angolo tedesco» della città: con la «chiesa nazionale», che da secoli è appunto Santa Maria dell'Anima, e la tomba dell'ultimo pontefice straniero prima di Giovanni Paolo II, Adriano VI, Adriaan Florenszoon Boeyens d'Edel, eletto nel 1522 da 39 cardinali (36 italiani) e morto nel 1522, dopo appena 20 mesi da papa: l'ultimo scelto dal conclave quando non era a Roma. Al n. 66 della via, è anche l'interessante palazzo di tre piani voluto dal notaio della Sacra Rota Giovanni Sander di Nordhausen, un tempo coperto di graffiti ora a malapena leggibili, rifatti nel 1873 dagli originali: nasce come casa sua, ed ospizio per i pellegrini tedeschi a Roma. Sull'immobile, un distico in latino gli augura vita eterna, e segnala il nome di chi lo costruì.

L'AUSPICIO
Le finestre sono analoghe a quelle del non lontano Palazzo della Cancelleria e sono nove: tre per piano. I piani, divisi da eleganti cornicioni; in facciata, i ritratti di Virgilio e Dante, e stemmi con motti antichi tratti da testi di Tacito e Giulio Cesare. Sopra il primo piano, la lapide: «La casa sussista finché non si vedranno due lune e due soli; e vada pure in rovina dopo che saranno nati i gemelli dell'araba fenice». Qualcuno vede l'accenno ai «due soli e due lune» come l'indizio che il notaio rotale fosse dedito a pratiche esoteriche, non certo lecite al suo «status» ecclesiale.

Lo stabile è del 1508; 90 anni dopo, il cardinale Francesco Maria Bourbon del Monte di Santa Maria fa decorare a Caravaggio, di cui era il primo mecenate, il suo Gabinetto alchemico, con Marte, Nettuno e Plutone: l'unico dipinto murale del grande artista, in uno dei due edifici rimasti della abbattuta Villa Ludovisi, a via Lombardia.

L'ORATORIO
La «chiesa tedesca» è la terza nata sul luogo. La prima, un oratorio del Trecento; la seconda, una basilica gotica del 1446; la terza, sorge per il Giubileo del 1500: ma solo 42 anni dopo, è consacrata. Avvia i lavori Johannes Burckardt (in italiano, Burcardo), cerimoniere pontificio; è a tre navate; facciata di Andrea Sansovino completata da Giuliano da Sangallo; campanile di Bramante. I napoleonici la fanno diventare stalla, e poi risorge. Ultimo capo del cantiere è proprio Sander. All'interno, una copia del Lorenzetto, il cognato di Giulio Romano, della Pietà di Michelangelo; la tomba di Adriano VI, architettura di Baldassarre Peruzzi: già sepolto in San Pietro, dieci anni dopo, è traslato qui da suo amico cardinale; e, decorata da Francesco Salviati, la cappella dei Margravi di Brandeburgo, un cui cardinale era tra gli avversari di Martin Lutero.

LA PALA DI FUGGER
Sull'altare maggiore, c'è una pala di Giulio Romano, già in una cappella laterale: la Sacra Famiglia con Giovanni Battista e i santi Giacomo e Marco. Così si chiamavano due parenti di Jakob Fugger, morti a Roma e sepolti nella terza cappella. Jakob (1459 - 1525) è detto Il ricco; lo eterna Albrecht Dürer; è il maggior banchiere dei papi, fino al Sacco di Roma: ne gestiva la Zecca, e coniava le monete. E finanzia anche la «chiesa tedesca», che è quindi anche un po' «sua». E' ritenuto l'uomo più agiato di sempre per tre secoli, finché fallisce: un patrimonio pari a 450 miliardi d'euro di oggi, il due per cento del prodotto interno lordo dell'Europa d'allora. A Venezia, aveva sede al Fondaco dei Tedeschi; una filiale a Roma. Affari e succursali in tutto il mondo allora esplorato.

Era concessionario delle miniere d'argento nel Tirolo. Finanzia l'ascesa di imperatori e re, e l'impresa di Magellano. Sui suoi libri mastri, la scritta «Deo gratias». Sue perfino le prime case popolari al mondo: un intero quartiere, dove i bisognosi pagano ancora 88 centesimi di euro all'anno di affitto, tuttora finanziato dalla sua Fondazione; è rifatto a causa delle distruzioni per le bombe della seconda guerra, e ampliato fino al 1973. Fugger, ottavo figlio dei dieci di un tessitore, inizia da apprendista a Venezia, allora la capitale mondiale degli affari; ma sarà Roma a dargli la fama e i maggiori onori.
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