Santa Maria in Montesanto, la chiesa con i fedeli in jeans e t-shirt

Santa Maria in Montesanto, la chiesa con i fedeli in jeans e t-shirt
di Fabio Isman
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Domenica 25 Giugno 2017, 09:35
In piazza del Popolo ci sono due chiese, definite gemelle, ma che non lo sono affatto. Santa Maria dei Miracoli ha forma ellittica, e quella di Santa Maria in Montesanto è invece rotonda. Però, si assomigliano: entrambe con pianta centrale, con un pronao, due cupole. Formano una bellissima visione prospettica nel fulcro del «Tridente», voluta da Alessandro VII Chigi. Si devono al genio di Carlo Rainaldi, che oltre a un grande architetto era pure un valido musicista: ogni tanto, si esegue ancora qualche suo Mottetto. Rainaldi amava le ellissi: la adotta a Santa Maria in Campitelli, che, spiega Paolo Portoghesi, è il suo capolavoro.
Idea le chiese nel 1661, però non le vedrà mai: le finiranno Bernini (quella in Montesanto) e Carlo Fontana (quella dei Miracoli), appena una quindicina d'anni dopo. Ne è mecenate Girolamo Gastaldi: un monsignore che da qui ricavò la porpora, ed è sepolto nel secondo tempio dei due «gemelli», di fronte alla più famosa e «dotata» Santa Maria del Popolo, con i capolavori di Caravaggio.

DUE PIRAMIDI
Gli spazi loro dedicati non sono identici; e per questo si fece ricorso a più di uno strattagemma, che scoprire non è però semplice: Santa Maria dei Miracoli ha una cupola di otto lati, e l'altra una di dodici, schiacciata nel poco spazio disponibile. Diverso anche il numero delle cappelle all'interno. Le colonne di entrambi i portici ornavano il campanile di San Pietro, demolito non molto tempo prima da Innocenzo X Pamphilj. E sotto entrambe si sono da poco scoperti, però non si possono ammirare, due sepolcri piramidali, simili per forma e dimensione a quello di Caio Cestio, e risalenti al periodo di Augusto.
Il nome delle chiese ha genesi diverse: quella di Montesanto deriva dal precedente tempio dei carmelitani siciliani di Monte Santo che già vi sorgeva. Quella dei Miracoli, da un'icona, già all'ospedale di San Giacomo, che vi venne trasportata: il prodigio di un bambino salvato nel Tevere. Però, è solo una copia dell'affresco originale, che è a San Giacomo in Augusta; tuttavia, la corona in oro della Madonna, del 1646, è considerata tra le più remote apparse in città.

PRIMA DI VALADIER
I due edifici costituiscono anche una prima sistemazione della piazza (Giuseppe Valadier era ancora di là da venire) e il luogo è stato a lungo teatro di esecuzioni; l'ultima nel 1909: lo ricorda ancora una lapide quasi vicino alla porta restaurata da Bernini. Gli interni non possiedono dei capolavori insigni (belle le tombe dei due Gastaldi, e gli angeli in stucco di Ercole Antonio Raggi); ma in quella di Montesanto fu ordinato Giovanni XXIII Roncalli, nel 1904. Dal 1953 è celebre come la «chiesa degli artisti», per una fortunata iniziativa di Ennio Francia, intrapresa 12 anni prima. Chissà se anche per questo, vanta un «unicum»: nella cappella delle Anime del Purgatorio, una Cena in Emmaus ha i pellegrini in t-shirt, jeans e scarpe da tennis, frammisti a personaggi in abiti seicenteschi.
È l'opera, alta tre metri, di un artista contemporaneo, Riccardo Tommasi Ferroni (1934 - 2000), del 1982: si richiamava al realismo magico, era uno specialista della pittura fantastica. Poi, secondo una pia diceria, la Madonna sull'altare maggiore sarebbe opera di una ragazza di 15 anni che non riusciva a dipingere l'incarnato della Vergine; così, si addormentò; e, al risveglio, trovò la tela già tutta completata.

FUNERALE SPOSTATO
Qui si celebrano gli estremi saluti a tanti dei più celebri artisti e personaggi: tra gli ultimi, Bud Spencer, Carlo Pedersoli; e ultima, l'indimenticabile Carla Fendi. Una volta, tuttavia (resta celebre), la funzione non poté svolgersi: spostata all'Aracoeli. Se ne era andata Alida Valli, immensa attrice; la piazza era però invasa da sembra almeno diecimila «patiti» di Tom Cruise, che vi presentava, in anteprima mondiale, il film «Mission Impossible III». E in certi casi, perfino i miracoli non si possono fare, nemmeno in uno dei templi del grandissimo Barocco romano.