«La playstation? Meglio giocare con la filosofia»

«La playstation? Meglio giocare con la filosofia»
di Camilla Mozzetti
3 Minuti di Lettura
Sabato 28 Luglio 2018, 08:48
La trova più divertente della play-station e non si spaventa affatto all'idea di dover trascorrere ore e ore sui libri per capire il pensiero di Platone o Aristole. Il suo divertimento si chiama filosofia «Mi aiuta a conoscermi e a comprendere il mondo». A diciotto anni, Thomas Valerio, da poco diplomato al liceo Classico Augusto ha trionfato qualche mese fa alle olimpiadi di Filosofia, organizzate ogni anno dal ministero dell'Istruzione che mette alla prova più di 10 mila ragazzi provenienti dalle scuole superiori di tutta Italia. Non solo, Thomas è salito sul gradino più alto del podio nella categoria dedicata alla redazione del saggio filosofico in lingua inglese.

Thomas, una bella avventura. Com'è nata la tua partecipazione alle olimpiadi?
«Decisamente una prova entusiasmante. È stata la professoressa di Filosofia che senza avvisarmi mi ha iscritto alla competizione insieme a una mia compagna di classe, Flaminia».

E tu non ti sei tirato indietro...
«All'inizio sono rimasto sorpreso ma la materia mi piace molto e mi sono detto perché non provarci? Così è iniziato tutto il percorso diviso in più fasi (Thomas ha dovuto superare anche delle selezioni regionali ndr) alla fine sono arrivato anche alle prove internazionali che si sono svolte in Montenegro e ho ricevuto una menzione speciale».

Per quale motivo hai scelto di concorrere nella sezione di lingua straniera?
«Mia madre è inglese ho scelto di misurarmi con una lingua che fa parte di me».

Che tipo di saggio hai scritto?
«Ho scelto una traccia di Lydia Goehr su come percepiamo l'arte. La sua tesi era che il pubblico quando vede o ascolta un'opera si trasferisce in un mondo parallelo. Per me non è così. Usando allora le riflessioni di Thomas Stearns Eliot ma anche di Hegel e Nietzsche ho espresso la mia di tesi: l'opera d'arte che ti porta ad annullare il reale non è un'opera d'arte».

Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
«Un grande senso di orgoglio e la carica per continuare lo studio di questa materia che è la mia passione».

Una passione non consueta per un ragazzo di 18 anni
«A pensarci mi viene da sorridere perché rientro un po' nello stereotipo del filosofo non faccio sport ma leggo molto e molti filosofi».

Cosa ti affascina di questa materia?
«Penso che per crescere e comprendere il mondo che ci circonda, sia fondamentale mettersi in gioco, porsi di fronte al dubbio, ridiscutere le certezze ed eventualmente arrivare a difenderle anche con le unghie e con i denti se abbiamo dato le risposte a molti punti interrogativi».

Da poco neodiplomato al liceo Augusto. Ti iscriverai all'università, magari proprio in Filosofia?
«A dir la verità amo moltissimo la recitazione che ho scoperto già dalle elementari quando durante una recita avevo due battute due: facevo il nano. Vorrei provare a entrare alla Lamda, l'accademia di recitazione di Londra».

Come trascorri il tempo libero a Roma, la tua città?
«Esco con gli amici, vado al cinema, passeggio e naturalmente leggo. Di tutto, quello che mi capita per le mani».

Senti, ma alla maturità la tua materia preferita come te la sei giocata?
«La mia tesina era sulla follia di Nietzsche e ho cercato di mettere in discussione tutte le tesi di molti filosofi che nel suo pensiero vedevano il prodotto di una mente malata».

 
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