Un mondo molto distante da quello dello yoga.
«Decisamente. Ho iniziato a fare yoga quattordici anni fa. Mi aveva sempre incuriosita e, con un’amica, ho voluto provare. Siamo state in vari centri e da quel momento, io che sono l’antisportiva per eccellenza, ho scoperto una grande passione e ho iniziato a praticare yoga assiduamente. Nel lavoro ero in un modo, nella vita in un altro. Dopo ho deciso di fare un corso per insegnare, pensando di dedicarmi allo yoga per bambini. All’inizio, quando dovevo fare le presentazioni, mi vergognavo, poi non ho più smesso di fare corsi e prendere certificazioni».
Ora ha aperto un suo Centro al Fleming: quando lo yoga è diventato una prospettiva lavorativa?
«Circa due mesi fa ho compiuto cinquant’anni, nella mia azienda nel tempo erano cambiate tante cose. La crisi è stata strumentalizzata da molti, l’esperienza non veniva più riconosciuta. Il mio lavoro è stato molto divertente, ma all’improvviso non lo era più. Era diventata una sofferenza. Avevo letto più storie di persone che avevano cambiato vita ed erano felici, ho pensato magari capita pure a me. Ho parlato con mio marito e mi ha appoggiata. Mi ritengo fortunata perché ho potuto decidere di cambiare tutto. Alla fine è stato perfino merito di quei mutamenti in azienda se ho ripensato la mia vita. In una situazione protetta non lo avrei fatto».
Oggi come valuta la scelta compiuta?
«Oggi sono felice. Davvero felice. All’inizio non è stato facile, lo ammetto, dopo trent’anni mi è sembrato quasi un divorzio. È stato dolorosissimo. Credo di aver preso la decisione al momento giusto. A cinquant’anni sento di aver raggiunto traguardi importanti, ho una famiglia meravigliosa e ho avuto la possibilità di fare questa scelta».
La vita è migliorata?
«Molto. Quando lavoravo, tutto sembrava sempre urgente e importantissimo. La vita non è quello. Viviamo in un contesto sociale in cui tutti corriamo ovunque, tanto da non fare nemmeno più caso a cosa rincorriamo. Io tutta quella velocità non la voglio più. Ho rinunciato a tanto, guadagnavo molto bene. Oggi è diverso, continuo ad avere le giornate pienissime, metto l’anima in questo Centro, ho le mie ansie per la nuova avventura, però sono felice, lo ripeto, e credo che se metti passione in quello che fai e continui a studiare puoi ottenere grandi soddisfazioni. La gente quando mi incontra mi dice: hai un’altra faccia. Io rispondo sempre che
E in famiglia?
«La mia famiglia va molto bene. Mio figlio non deve perdere nulla ma deve imparare che le cose possono mutare: magari potrà avere qualche gioco in meno, ma avrà sua mamma più tempo con lui».
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