Quando la morte di un gatto diventa un caso “politico”

Quando la morte di un gatto diventa un caso “politico”
di Marco Pasqua
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Martedì 14 Agosto 2018, 00:14 - Ultimo aggiornamento: 12:11
Non è il primo decesso denunciato dagli animalisti, che da tempo puntano il dito contro la gestione del Canile della Muratella. A morire, stavolta, è stato un gatto, sequestrato 20 giorni fa nello sgombero del capo rom di Riva Ostiense. «Salgono a cinque le vittime per terapie non eseguite», l’accusa lanciata sui social da Animalisti Italiani onlus. Che spiega i dettagli dell’ultimo decesso: «Una settimana fa – spiega Emanuela Bignami, responsabile nazionale dell’associazione - una volontaria aveva salvato una gatta che era stata investita sulla Cristoforo Colombo, all’altezza di Mezzocammino. Il felino è stato trasportato in una clinica del Torrino per poi finire nella struttura comunale di punto di primo soccorso gatti a Muratella dove hanno deciso di sopprimerlo per vescica neurologica». La stessa associazione denuncia anche che «cercando sul sito del gattile sanitario non c’è neanche il suo numero di matricola». Spiega ancora Bignami: «Non è la prima volta che animali paralizzati appena arrivati al centro sanitario vengono immediatamente soppressi, senza richiedere consulti esterni. Quando Muratella veniva gestito da una associazione di volontariato, c’era una commissione etica che acquisiva i pareri di tutti i soggetti, valutava le richieste di eutanasia presentate dai veterinari della ASL Roma 3 e chiedeva consulti esterni prima di dare parere positivo alla soppressione».
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