Che stress, pure gli alberi mettono paura

di Raffaella Troili
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Mercoledì 10 Gennaio 2018, 00:47 - Ultimo aggiornamento: 00:50
Roma, strage di alberi. Crolli, incuria, ceppi pericolosi, nessun rimpiazzo. Desertificazione di una città. 
@charliecarla

Belli erano belli, ora manco più. Che ansia ogni qualvolta si passa sotto un albero. Uno sguardo al tronco, ma chi ci capisce di botanica, uno alle radici, bah, sembrano ben salde nel terreno ma non si è mica esperti agronomi. Meglio filare via di corsa, il più lontano possibile da quella chioma minacciosa che ci sovrasta. 
Da Prati al Centro, a Mostacciano, per non parlare della Cristoforo Colombo, in questa Roma decadente pure le piante incutono timore. Anche perché i crolli si intensificano, e più che a interventi di manutenzione al massimo assistiamo a interventi di demolizione. Così anche loro, che erano l’orgoglio verde della città, che un tempo ci guardavano solidi e fieri dall’alto in basso, si ripiegano ora su se stessi o precipitano pericolosi al suolo, ennesimo simbolo di un’incuria e di uno stallo che coinvolge ogni aspetto della capitale. 
Le foto parlano da sole. E ogni volta mettono paura. Finora sono caduti sulle auto in sosta, sulla segnaletica, altre morti per fortuna non ci sono state, ma non c’era vento, nemmeno pioveva da due giorni, pini, platani, olmi o lecci, si sono solo arresi. Come la scorsa estate, una morìa che non si è più fermata, anzi, nonostante il Comune abbia annunciato più volte il monitoraggio degli oltre 80mila arbusti a rischio. Figurarsi quando piove, il bollettino dei crolli si moltiplica, i vecchi alberi diventano dei nemici. Non c’è più riparo, nemmeno in senso figurato, neanche a guardare il verde.
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